Secondo quanto riportato nell’ultimo aggiornamento dell’Istituto superiore di sanità (rilasciato il 2 ottobre), i casi di Covid-19 nel nostro Paese sono in lieve aumento: l’incidenza è passata da 19 casi per 100mila abitanti a 22 casi per 100mila abitanti. La variante più diffusa è ancora la JN.1, con tutti i suoi sottolignaggi (KP.3.1.1 compreso), ma si sta facendo strada anche una nuova versione ricombinante di Sars-Cov-2, denominata Xec. Per gli esperti potrebbe prendere il sopravvento nei prossimi mesi.
La variante Xec
Identificata per la prima volta durante l’estate in Germania, la nuova variante di coronavirus Xec sta già facendo parlare molto di sé e si sta diffondendo rapidamente in molti altri Paesi, Italia compresa. Si pensa sia un ceppo ricombinante, derivato da altri due (KS.1.1 e KP.3.3) che a loro volta si sono differenziati dalla variante BA.2.86 (Omicron).
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Per quanto finora osservato, la nuova variante non sembra causare sintomi diversi dalle precedenti versioni di Sars-Cov-2 né una malattia più grave. Si presenta con le tipiche manifestazioni delle infezioni virali: tosse, mal di gola, dolori muscolari e articolari, stanchezza, febbre anche alta. La guarigione potrebbe richiedere un po’ più di tempo rispetto alle sindromi simil-influenzali tipiche di questo periodo.
Al momento, secondo gli esperti, la diffusione di Xec è solo all’inizio, ma alcune nuove mutazioni potrebbero conferirle un vantaggio competitivo sulle sorelle in termini di rapidità di diffusione, tanto che si prevede che nel corso della stagione autunno-inverno possa diventare la variante dominante e guidare il picco epidemico.
I immunizzazioni anti-Covid aggiornati – e già disponibili in molte Regioni – non sono stati sviluppati in modo specifico su Xec, ma su altre versioni recenti di coronavirus. In ogni caso, dovrebbero comunque offrire una buona protezione.
La situazione in Italia
A oggi in Italia l’occupazione dei posti letto in area medica e quella in terapia intensiva di pazienti con Covid-19 rimangono stabili al 3,3% e al 3%, rispettivamente. Le persone più a rischio di contrarre una forma grave di malattia che necessiti l’ospedalizzazione sono quelle nelle fasce d’età più alte.
C’è però una certa discordanza nell’incidenza dei casi, che è più elevata in alcune Regione che in altre. I due estremi sono Veneto, con 44 casi per 100mila abitanti, e Sicilia, con 0,6 casi per 100mila abitanti.
Il picco di Covid-19, comunque, deve ancora venire e per fare a meno di la sovrapposizione con quello influenzale, previsto intorno a Natale, i medici consigliano soprattutto alle persone che fanno parte delle categorie a rischio di aderire alle campagne vaccinali contro l’influenza e contro Covid-19.