La prima, ambiziosa legislazione dell’era Biden è storia: la Camera americana ha approvato definitivamente il maxi-piano di aiuti all’economia da 1.900 miliardi di dollari, che intende accelerare la ripresa e sanare ferite e diseguaglianze sociali aggravate da una lunga crisi da pandemia. L’American Rescue Plan è passato con una stretta maggioranza di partito, 220 sì dai democratici, che hanno subito una sola defezione, contro i 211 no capitanati da repubblicani compatti. Scroscianti applausi della maggioranza hanno accolto l’esito, concreto e simbolico, del voto.
Venerdì 12 marzo Joe Biden ha firmato il piano nello Studio Ovale, definendolo una “legge che volterà pagina nella pandemia e farà ripartire la nostra economia”.
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Il discorso di giovedì 11 marzo
Biden rivendicherà l’importanza della legislazione, varata a 50 giorni dalla sua inaugurazione, in un discorso alla nazione nella serata di giovedì 11 marzo e apporrà la firma probabilmente venerdì. Ma il duro scontro politico che ha accompagnato l’iter mostra come sia in salita il cammino delle prossime riforme della sua agenda e che vorrebbero lasciare il segno sull’economia, dal clima all’immigrazione e alle infrastrutture. Rara eccezione potrebbe diventare un progetto anti-Cina per rafforzare la supply chain manifatturiera e tecnologica domestica.
Ottocento miliardi per le famiglie americane
Lo speaker democratico della Camera Nancy Pelosi ha definito il piano «storico e trasformativo»; il capogruppo repubblicano Kevin McCarthy, denunciando eccessi di spesa e di interventi governativi, ha replicato «la storia vi condannerà». Un dato incoraggia i democratici: il pacchetto ha quale pilastro un sostegno diffuso, calibrato a favore di assistenza a ceti bassi e medio-bassi, e riceve nei sondaggi di Pew Research l’appoggio di almeno il 70% degli elettori. Dei quasi duemila miliardi totali, circa 800 sono destinati a pagamenti rivolti alle famiglie americane. Anzitutto gli assegni una tantum da 1.400 dollari a persona – per complessivi 410 miliardi – che raggiungeranno chi ha redditi individuali fino a 75mila dollari e di coppia fino a 150mila dollari. A questi si aggiunge l’estensione a settembre di sussidi straordinari federali di disoccupazione per 300 dollari a settimana. Valgono 246 miliardi e si sommano a pagamenti statali per i senza lavoro. Scatta infine un rafforzamento al momento per un anno di crediti d’imposta per figli minorenni, trasformati a loro volta in assegni: mobiliterà 143 miliardi con l’effetto di ridurre drasticamente la povertà anzitutto tra giovanissimi e comunità di colore.
Altre 100 milioni di dosi di vaccino Johnson & Johnson
Il ventaglio di aiuti diretti, sostenendo consumi indispensabili, appare centrale a una nuova, generale spinta all’espansione: il Pil Usa potrebbe accelerare quest’anno al passo del 6,5%, stando alle stime Ocse, e tra il 6% e 7% anche secondo molti analisti di mercato statunitensi. Altre influenti voci non mancano: il pacchetto stanzia 123 miliardi per la lotta al Covid-19, tra tamponi, produzione e distribuzione di vaccini, aiutando una completa riapertura senza ostacoli delle attività economiche. L’amministrazione sta cercando di intensificare la crociata contro il virus: Biden ha deciso l’acquisto entro fine anno di altri cento milioni di dosi di vaccini Johnson & Johnson, dopo aver già indicato che entro maggio ve ne saranno a sufficienza per i 260 milioni di americani adulti.