di Giada Bellegotti
Arrivare ad azzerare le emissioni entro il 2050. È la missione del Gruppo Hera, la multiutility che opera tra Emilia Romagna e Abruzzo guidata da Stefano Venier. Che prova a centrare l’obiettivo con la tecnologia e la sperimentazione diretta sul campo.
Si parte da Castelfranco Emilia
Mentre tante aziende pensano a come cambiare le cose, Hera prova già a passare alla pratica. “Nei prossimi mesi partirà la sperimentazione circa l’utilizzo di idrogeno nella rete gas domestica, in una misura pari al 20 % sul totale – spiega l’amministratore delegato del gruppo -. Saranno coinvolte una trentina di famiglie di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. È la prima esperienza in Italia di questo tipo”.
Un’operazione dal duplice obiettivo: contribuire alle esigenze di decarbonizzazione del territorio, con benefici per l’ambiente, e realizzare nuove opportunità di business. Dice l’ad: “Ci consideriamo degli early adopter. In un settore molto tradizionale, come quello della distribuzione del gas, la nostra azienda ha sempre guardato alla transizione energetica. Sappiamo che è il futuro”.
Oltre il Piano nazionale di ripresa e resilienza
Non c’è voglia di assecondare la volontà di rinnovamento del governo, che proprio in questo periodo punta tutto sullo sviluppo verde e sul digitale con il Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza). “Il Pnrr? Se c’è bene, altrimenti noi lo facciamo lo stesso. Anzi, la nostra visione futura supera già quella del Pnrr”, garantisce Venier. Che nell’ottica di un futuro all’insegna della sostenibilità investe 30 milioni di euro sull’impianto di riciclo delle plastiche rigide, 7 milioni sul primo impianto di riciclo delle fibre di carbonio e 10 milioni sulla tecnologia del power-to-gas, la tecnologia che utilizza l’energia elettrica per produrre combustibile gassoso. E entra nelle case degli italiani con un contatore del gas di ultima generazione, NexMeter.
Il contatore green fatto in plastica riciclata
Presentato per la prima volta a Enlit Europe, lo smart meter 4.0 del gruppo Hera si presenta come un’innovazione a livello internazionale. Il contatore non solo è già predisposto per la sperimentazione in rete con l’idrogeno, ma è anche realizzato con il 68% degli elementi in plastica riciclata. Quella appena presentata è la versione evoluta del contatore, che era già stato lanciato nel 2019 ma non era ancora predisposto per l’idrogeno e non era fatto con materiali di riciclo.
“Già due anni fa abbiamo dato prova della nostra capacità di investire e innovare ponendo particolare attenzione alla sicurezza e alla riduzione delle dispersioni di gas in atmosfera, elemento al centro anche del recente dibattito della Cop26 – spiega Stefano Venier-. Oggi con questa nuova versione del dispositivo, primo nel suo genere, facciamo un ulteriore passo in più”.
Obiettivo 300mila dispositivi installati entro il 2023
Sono 70mila gli apparecchi già in funzione. Con un investimento di 45 milioni sulla nuova versione di NexMeter, l’obiettivo del gruppo Hera è di arrivare a 300mila contatori installati entro il 2023, di cui 200mila in plastica riciclata. Precedenza alle zone classificate a rischio sismico come Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, visto che il dispositivo è capace di intercettare in tempo reale minime perdite o scosse in caso di eventi sismici. E permette di interrompere il flusso di gas semplicemente premendo un bottone.
E poi c’è l’obiettivo più ampio, quello di azzerare, in trent’anni, le emissioni di carbonio puntando sui green gas. “Trent’anni sono tanti, e non abbiamo un vero e proprio piano di azione già determinato, in questo senso – dice l’ad -. Sappiamo quali sono il punto di partenza e il punto di arrivo. Quello che vogliamo fare è continuare a puntare sull’innovazione, nella speranza di contare su tecnologie sempre migliori, che ci permettano anno dopo anno di raggiungere la nostra missione”.
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www.wired.it
2021-12-01 10:05:12