Per una poltrona occupata in un lampo – quella di direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale – ce n’è un’altra, quella al vertice dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), ancora vacante. Il mandato triennale di Francesco Paorici, approdato nel 2020 al timone dell’ufficio tecnico della presidenza del Consiglio dei ministri che si occupa di digitale e innovazione nel pubblico, è scaduto. È stato prorogato fino al 6 marzo, nell’attesa di trovare il nome che dovrà succedergli. Che, tuttavia, ancora non è stato deciso. Lo conferma Agid stessa a Wired: “L’incarico del direttore generale Francesco Paorici è terminato e il successore non è ancora stato designato”.
A quanto apprende Wired dal dipartimento per la Trasformazione digitale di Palazzo Chigi, la selezione pubblica per identificare il nuovo vertice dell’Agid è alle battute finali. Ma ancora non c’è certezza sulla data. E nel frattempo le deleghe del direttore generale sono state redistribuite internamente. Come spiega l’ente, “per garantire la continuità dell’azione amministrativa dell’Agid e le attività connesse alla gestione ordinaria dell’ente è delegata la dottoressa Oriana Zampaglione, dirigente di ruolo di seconda fascia dell’Ufficio Contabilità, finanza e funzionamento dell’Agid”. Ma occorre presto trovare un nuovo numero uno, per varare i progetti strategici dell’agenzia. Secondo fonti consultate da Wired (che hanno chiesto l’anonimato per poter contribuire a questo articolo), questo interim non assicura la piano operatività strategica- Fondamentale con piani nazionali che fanno del digitale il perno.
La situazione:
Cosa fa Agid
L’Agid è uno snodo centrale per la digitalizzazione della pubblica amministrazione nazionale. Ha la supervisione dell’applicazione dell’agenda digitale nazionale. Emana il piano triennale per l’informatica, il cui ultimo aggiornato 2022-24 è stato diffuso lo scorso 23 gennaio. Ha sulle spalle una serie di progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). E poi si occupa a vario titolo di piattaforme digitali. Come Spid, il sistema pubblico di identità digitale al centro delle trattative tra il governo e i gestori per il prosieguo delle operazioni da fine aprile, quando scadono le convezioni rinnovate. O il sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (Siope), che monitora gli incassi e i pagamenti degli uffici pubblici. E sempre ad Agid fa capo il dominio dei siti gov.it (legati al governo nazionale), lo sportello unico delle attività produttive, la digitalizzazione degli appalti pubblici in capo a 32mila enti che muovono circa 87 miliardi di euro ogni anno, la fattura elettronica.
Se il dipartimento per la Trasformazione digitale esprime l’indirizzo politico (oggi espresso dal sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, in quota Fratelli d’Italia), all’Agid tocca la traduzione in regole, standard, manuali d’uso e applicazioni pratiche. Basti pensare solo al dossier scottante dell’identità digitale con cui il governo si sta già misurando. Pratica finita sulla scrivania di Alessandro Musumeci, capo della segreteria tecnica del sottosegretario Butti, proprio negli stessi giorni in cui è impegnato a trovare chi succeda a Paorici.
Soldi e incarichi
Nonostante le funzioni di Agid in materia di sicurezza informatica siano state passate negli ultimi mesi all’Acn, organo deputato, il ruolo dell’agenzia non ne è uscito ridimensionato. Anzi. Come emerge dal bilancio previsionale 2022-2024, i soldi pubblici assegnati sono destinati a crescere. Dai 114 milioni di valore della produzione del 2022 ai 163 del 2024. Praticamente triplicati rispetto ai 54 milioni del 2021. C’entra l’iniezione di liquidità legata ai progetti del Pnrr. I fondi servono sia per l’acquisto di tecnologia e servizi, sia per la stabilizzazione del personale e per nuove assunzioni a tempo determinato (con contratti di 36 mesi) proprio per seguire le attività del Piano nazionale di ripresa e resilienza. All’inizio dell’anno scorso Agid aveva in forze 130 persone, con l’obiettivo di assumerne una quarantina tra 2022 e 2023. A cui aggiungere i 67 ingressi a tempo determinato.
Istituita nel 2012, sede all’Eur, Agid è stata guidata negli ultimi tre anni da Francesco Paorici. Nominato dall’ex ministra per l’Innovazione, Paola Pisano, sotto il governo Conte 2, Paorici proveniva da Ntt Docomo, controllata di una delle maggiori compagnie di telecomunicazioni giapponesi, ed era già stato direttore tecnologico di Buongiorno, multinazionale informatica acquisita nel 2012 proprio da Ntt Domoco, e prima ancora aveva lavorato in Telecom Italia. Paorici aveva raccolto il testimone dell’ex direttrice Teresa Alvaro dopo una selezione partita da 174 curriculum. Per lui un contratto da 215mila euro più 60mila di bonus siglato il 20 gennaio 2020. E scaduto ormai qualche settimana fa.
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di Luca Zorloni www.wired.it 2023-03-16 11:25:52 ,