“All’università i professori ci insultano e minacciano, così il merito uccide”: gli studenti di Lecce scrivono alla ministra

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Minacce e insulti nel corso degli esami da parte dei professori. È il clima di paura e terrore che si respirerebbe all’interno dell’Università del Salento già da tempo a dire del sindacato studentesco Udu di Lecce che ha così deciso di inviare una lettera alla ministra dell’Istruzione Anna Maria Berini per denunciare una serie di atteggiamenti di alcuni docenti.

Al centro della missiva, la salute mentale di studenti e studentesse, a pochi giorni dalla tragedia della studentessa che si è tolta la vita nell’ateneo privato Iulm, a Milano, a 19 anni. E nella missiva si fa riferimento ad alcuni episodi che sarebbero accaduti a Lecce. Dichiarazioni forti su cui è inevitabile procedere con la dovuta cautela in attesa di conoscere se e quando arriverà una risposta da Roma.

 “Il 1° febbraio una studentessa della Iulm muore suicida in università, Il 24 gennaio, – si legge nella missiva – si tiene l’appello di Lingua e letteratura latina in Unisalento, come i precedenti appelli la maggior parte di studenti e studentesse viene bocciata, non prima di aver ricevuto numerosi insulti da parte degli esaminatori. Questi due eventi sembrano apparentemente sconnessi, ma in realtà sono accomunati dalla stessa matrice sociale intrisa di cultura del merito che sottende la nostra società. Anche nel secondo caso – continua la missiva – ci sono state persone che dal comportamento dei docenti durante l’esame hanno imparato solo ad interiorizzare il terrore dello studio, che non dovrebbe caratterizzare un percorso universitario”.

E vengono così ripercorsi degli episodi: “L’estate scorsa una ragazza si è sentita male a causa della troppa pressione e le docenti hanno dovuto chiamare l’ambulanza. Torniamo a denunciare l’esistenza di questo tipo di atteggiamenti e la tutela quasi inesistente che abbiamo per difenderci da queste situazioni. Presto avremo una serie di servizi psicologici all’interno del nostro ateneo, ma siamo sicuri che basteranno? Alcuni traumi non sarebbe meglio prevenirli?”.

Ci sono poi le testimonianze. Racconti forti:  ”Questa situazione insostenibile – è il racconto di una studentessa – mi ha costretta ad intraprendere ormai da mesi un percorso di psicoterapia e a valutare, nonostante debba sostenere soltanto quest’ultimo esame, il passaggio ad un altro corso di studio oppure in un altro ateneo. Fingeva di non sentire le mie risposte e mi ha messa in difficoltà in ogni modo, mi ha bocciato nel giro di un minuto e mezzo perché non ricordavo il significato di un verbo… Come se non bastasse ha deciso di umiliarmi gridandomi contro”.

Le denunce sarebbero tutte legate allo stesso esame e in estate una studentessa avrebbe anche accusato un malore per l’ansia. Ma non sarebbe, a dire degli studenti, l’unica prova finita nell’occhio del ciclone. “Le testimonianze – denuncia Udu – parlano anche della presenza agli appelli di un ormai ex docente che non è autorizzato ad interrogare ma che lo fa indisturbato da anni: “Oltre che da lei, negli ultimi appelli – racconta una ragazza – ho subito umiliazioni anche da parte di chi mi ha bocciata nel giro di un minuto senza farmi proferire mezza parola. La situazione è insostenibile e molti ragazzi, a causa di tale esame, stanno prendendo in considerazione l’idea di andare via dall’Unisalento”.

E ancora: “Ho avuto modo di sentire i rimproveri rivolti ad una studentessa esaminanda, di fianco a me, poco avevano a che fare con l’esame in corso e ad ogni modo non erano commenti di natura professionale”.
 



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-02-07 12:03:48 ,bari.repubblica.it

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