Arcipelago toscano, dopo 90 anni il falco pescatore nidifica a Capraia

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A pochi giorni dalla Giornata mondiale degli uccelli migratori un ritorno che è un sigillo, la prova che la progettazione, le collaborazioni tra enti e parchi naturali e la gestione oculata delle aree protette danno frutti belli e maturi. O in questo caso, danno nascite utili a preservare una delle specie più minacciate dall’estinzione in Italia, il falco pescatore. Il Parco dell’Arcipelago toscano ha annunciato infatti che dopo 90 anni una coppia di questo rapace ha fatto il nido a Capraia, che si conferma così un’isola straordinaria per la biodiversità, visto anche il ritorno della foca monaca dello scorso anno, circa 70 anni dopo gli ultimi avvistamenti. Fondamentali le azioni di tutela subito prese dal Parco: il presidente Giampiero Sammuri ha subito emesso un’ordinanza di interdizione all’area per tutelare la schiusa delle uova, mentre una telecamera monitora costantemente il nido.

L’ultima nidificazione del falco pescatore nell’Arcipelago Toscano documentata con certezza risale a prima del 1930 all’isola di Montecristo, anche se ci sono informazioni, non validate scientificamente, che lo vorrebbero ancora nidificante nella stessa isola nel 1950. È stato lo stesso presidente Sammuri ad accertare la nidificazione a Capraia martedì scorso, il 4 maggio, durante un sopralluogo con il tecnico faunistico Vincenzo Rizzo Pinna: la coppia di falchi pescatori ha scelto uno dei nidi artificiali posizionati sulla costa occidentale dell’isola proprio per facilitare la riproduzione e ha deposto 3 uova.

Per tutelare la schiusa delle uova, l’ordinanza emessa dal presidente del Parco vieta dal 5 maggio 2021 fino a tutto il 7 giugno 2021 l’accesso, in ogni forma e con ogni mezzo, per una distanza inferiore ai 300 mt dal nido, ed in particolare nel tratto di mare compreso tra Punta del Recisello a nord e Punta della del Fondo a sud, nella costa occidentale dell’Isola di Capraia, già classificato come zona MB ristretta. L’ordinanza potrà poi essere modificata a seconda della data di schiusa, poiché non è possibile sapere quale sia stata l’esatta data di deposizione.

La nidificazione del falco pescatore a Capraia, osserva Sammuri, “è il frutto del lavoro di anni di collaborazione nell’ambito del Progetto dedicato, e in particolare dell’allestimento di nidi artificiali, realizzato con l’aiuto dei tecnici del Parco regionale della Corsica, che si sono arrampicati per costruire i nuovi nidi e con il supporto logistico dell’elicottero dei Vigili del Fuoco, che ha trasportato i materiali. I nidi artificiali posizionati nell’area occidentale dell’Isola, proprio di fronte alla Corsica, con il tempo hanno attirato una coppia che ha deciso di riprodursi”. L’obiettivo del progetto attivato con i parchi corsi era appunto di fornire ai falchi pescatori una sorta di “corridoio privilegiato tra l’isola francese e l’Arcipelago. È un’emozione incredibile – confessa il presidente del Parco – Insieme a Jean-Luc Chiappini, che purtroppo è mancato ma era presidente del Parco regionale della Corsica quando iniziò il progetto, ci eravamo dati proprio questo obbiettivo: creare un popolazione nidificante nella costa meridionale della Toscana da congiungere con quella corsa attraverso le isole toscane.”

Il nido è troppo in alto: e il falco pescatore mette in fuga il lupo


Il falco pescatore era estinto come nidificante in Italia dal 1969 (l’ultimo nido in Sardegna) e solo grazie al progetto del 2006 ideato da Sammuri, promosso dal Parco regionale della Maremma in collaborazione con il Parco regionale della Corsica, ha nuovamente iniziato a nidificare in Italia proprio nel parco della Maremma nel 2011, a 42 anni di distanza dall’ultima nidificazione. Successivamente il Parco Nazionale Arcipelago Toscano è entrato come partner nel progetto insieme al Parco regionale di Migliarino San Rossore, al Wwf Oasi e, dal 2021 anche al Parco nazionale dell’Asinara e a quello regionale di Porto Conte, dove nel 2020 si è verificata la prima nidificazione proprio da quel famoso 1969.

Come per il falco pescatore tuttavia, in tutta Italia occorrono progetti per la tutela e il recupero dell’avifauna e la Giornata Mondiale degli uccelli migratori è nata proprio per sensibilizzare sull’importanza della tutela della biodiversità e degli habitat di interesse conservazionistico per gli uccelli migratori. Tra tra le specie che registrano i maggiori decrementi demografici, ci sono la starna (Perdix perdix), la nitticora (Nycticorax nycticorax), la sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), il lanario (Falco biramicus), il migliarino di palude (Emberiza shoeniclus) e soprattutto il fratino (Charadrius alexandrinus).



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