Il governo Meloni ha deciso di lasciare agli altri paesi l’intera fetta di mercato che l’Italia avrebbe potuto conquistare nell’industria dei nuovi cibi, adottando definitivamente il divieto di produzione e importazione della carne coltivata in laboratorio, chiamata anche carne sintetica. Il disegno di legge, passato al Senato con 93 si, 28 no e 33 astenuti, vieta anche l’uso della parola “carne” per gli alimenti derivati da proteine vegetali e i mangimi prodotti in laboratorio.
Che gli italiani fossero conservatori, in fatto di cibo, non è una novità. Ciò che però fa ridere è come chi oggi rifiuta ogni novità alimentare, dagli insetti alla carne coltivata in laboratorio, difende a spada tratta quei prodotti che furono a loro volta novità osteggiate nel passato. È il caso dei pomodori, delle patate, del mais o delle melanzane, che gli italiani credevano fossero verdure velenose e poi diventate parte della nostra eccellenza culinaria.
Oppure, come ricorda Alberto Grandi, professore di storia dell’alimentazione all’università di Parma, è il caso degli spaghetti, alimento odiato e osteggiato dai fascisti, perché induceva sonnolenza. Diventato caposaldo della nostra cucina e simbolo della caduta del regime, grazie alla pastasciuttata antifascista dei sette fratelli Cervi, che dal 1943 viene celebrata ogni 25 luglio in tutta Italia.
Insomma, la storia sembra ripetersi, nonostante le esigenze ambientali, le prove sanitarie e la situazione economica dicano tutt’altro, un governo italiano ha deciso ancora una volta di bloccare l’innovazione sulla base di motivazioni ideologiche. Dopo gli insetti, che si prevede creeranno un mercato da 9,6 miliardi entro il 2030, il governo Meloni ha deciso di buttare via anche parte di quei 2,1 miliardi che potrebbe valere il mercato della carne coltivata nel 2033.
A poco sono valsi gli allarmi ambientali rispetto alla scarsità d’acqua che sta bruciando le campagne, mentre le mucche consumano 140 litri d’acqua a testa al giorno nei momenti di caldo estremo, come l’estate 2023, e una media di 70 litri nei momenti normali. Ma le ultime previsioni climatiche indicano che, molto probabilmente, il caldo estremo del 2023 sarà la nuova normalità.
Una scelta che lascia indietro l’Italia rispetto al resto del mondo, non solo all’Unione europea, perché il nostro è l’unico paese al mondo ad aver imposto un divieto del genere. In più, il divieto è destinato a decadere molto presto, perché, come riporta Repubblica, secondo il direttore scientifico dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, Wolfgang Gelbman, la carne sintetica “entrerà prima o poi nel mercato alimentare dell’Unione europea”.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-07-19 16:09:58 ,