In strada si sono visti cartelli con slogan altisonanti come “Cibo dalle campagne non dai laboratori”, “Più osservazione medica”, “I cittadini europei non sono cavie”. La richiesta dell’associazione – che la comunità scientifica ritiene senza fondamento – è quella di mettere sullo stesso piano la carne sintetica e i farmaci, imponendo “studi clinici e preclinici” prima della messa in commercio.
La risposta dei ricercatori: “La richiesta degli agricoltori non ha basi scientifiche”
In una lettera inviata a Coldiretti da un gruppo di scienziati che collaborano con l’agenzia europea, viene di fatto smonta le tesi degli agricoltori: “La manifestazione di Coldiretti a Parma davanti alla sede dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) – si legge nella missiva – rappresenta un tentativo inquietante di delegittimare il lavoro della comunità scientifica indipendente e il quadro normativo europeo sui nuovi alimenti, tra i più rigorosi al mondo. Alla luce della letteratura scientifica esistente e delle ricerche che abbiamo già condotto, sentiamo di poter affermare che il quadro regolatorio attuale non presenta delle criticità e che la richiesta di studi clinici e preclinici non ha alcuna base scientifica. Farmaci e alimenti seguono processi di approvazione distinti perché rispondono a esigenze radicalmente diverse. Paradossalmente, la regolamentazione alimentare è improntata a maggiore sicurezza. Basti pensare che un farmaco può essere autorizzato anche in presenza di effetti collaterali noti, mentre Efsa può approvare solo in assenza di rischi per la salute“.
A rischio la libertà di scelta dei consumatori
L’obiettivo dichiarato di Coldiretti è quello di ottenere maggiori controlli sui processi di approvazione dei cosiddetti novelty foods, che comprenderebbero anche quelli sulla carne prodotta in laboratorio. Una carne che – palesando una certa ignoranza in materia – viene definita dai detrattori “carne sintetica”, quando di sintetico in realtà non ha proprio nulla. Il termine viene utilizzato come arma parlantina per indurre a pensare a un prodotto “finto” e dannoso per l’organismo.
L’obiettivo non dichiarato, ma facilmente intuibile, è quello di impedire ai cittadini (un domani) di poter scegliere un prodotto ottenuto senza uccidere degli animali e senza dotare quegli allevamenti intensivi che – quelli sì – aumentano la produzione infliggendo atroci sofferenze alle bestie utilizzando antibiotici e mangimi non proprio salutari. Di fatto, Coldiretti invoca la osservazione medica ma nelle sue contestazioni di scientifico c’è ben poco. E lo scopo di questa mobilitazione è proteggere il proprio mercato ottenendo di fatto una limitazione della libertà dei consumatori.
Chi sono i componenti del tavolo tecnico interministeriale
I cinque componenti esterni della commissione nominata dal ministro della Salute – riporta Il Foglio – sono Antonio Gasbarrini (Università Cattolica – Gemelli), Claudio Franceschi (Università di Bologna), Alberto Villani (Bambino Gesù), Alessandro Cocconcelli (Università Cattolica) e Andrea Fabbri (Università Tor Vergata). Tutti e cinque fanno parte del think tank di Aletheia, la fondazione creata e promossa proprio da Coldiretti, con cui condivide anche la sede. Un conflitto di interessi macroscopico che si ritrova anche in un lettera prodotto dalla “componente clinica” del tavolo di lavoro, un testo in cui si entra nel merito delle linee guida dell’Efsa e si chiede, senza citare argomentazioni né fonti, quello che chiede l’associazione degli agricoltori, ovvero che “poter valutare la sicurezza alimentare della cd carne coltivata si rendono necessari test clinici e pre-clinici”.
Della Vedova (+Europa): “Una battaglia miope e senza senso”
L’anomalia di un interprete ministeriale di fatto monopolizzato da una parte in causa è stata notata dal deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova, che ha depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere ai ministri Schillaci e Lollobrigida secondo quali criteri sono state decise le nomine. Della Vedova, insieme a Riccardo Magi e ad altri esponenti del suo partito, erano stati propriamente assaliti da un gruppo di manifestanti di Coldiretti con a capo il loro presidente, Ettore Prandini, durante un pacifico sit-in contro l’approvazione della legge che vieta la produzione di carne coltivata in Italia. “Il conflitto di interessi – spiega Benedetto Della Vedova a Wired – è stato ammesso dalla stessa fondazione Aletheia, che si è presentata all’Efsa come parte in causa. Di fatto quel lettera prodotto dal tavolo di lavoro somiglia più a una estimo di parte. Il problema è che quell’organismo dovrebbe rappresentare tutte le parti e non solo Coldiretti. Quella contro la carne coltivata in laboratorio è una battaglia senza alcun senso, probabilmente un suicidio dal punto di vista economico perché punta a tener fuori l’Italia da una fetta di mercato, togliendo anche all’agroindustria degli importanti margini di crescita”.
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di Fabio Salamida www.wired.it 2025-03-21 17:04:00 ,