Così le cause per gli abusi dei preti pedofili hanno messo in ginocchio le diocesi Usa

Così le cause per gli abusi dei preti pedofili hanno messo in ginocchio le diocesi Usa

Così le cause per gli abusi dei preti pedofili hanno messo in ginocchio le diocesi Usa



AGI – Milioni su milioni su milioni: casse vuote, diocesi in fallimento e nemmeno i boy scout si salvano. Il caso americano (il primo a emergere in ordine di tempo, vent’anni fa) lascia prefigurare quello che potrebbe accadere alla Chiesa di Francia, adesso che si conoscono le cifre di settant’anni di abusi su oltre duecentomila ragazzi.

Dopo la pubblicazione del rapporto, Jean-Marc Sauvè, presidente della Commissione indipendente sugli abusi sessuali, ha senza mezzi termini chiesto una “riparazione” finanziaria a tutte i morti di violenza da parte del clero dal 1950 in Francia “anche senza alcuna colpa identificata della Chiesa”.

Un risarcimento che non deve essere “un regalo” ma “un debito” per la Chiesa. E la mente va subito ad Albany, Rochester, Boston (dove tutto ebbe inizio con il caso Spotlight), Portland. Tutte in gravissime difficoltà finanziarie, costrette a vendere beni e proprietà per far fronte alle richieste di risarcimento.

Uno dei casi più eclatanti quello di Chicago: dal 2001, l’anno in cui negli Usa è esploso lo scandalo della pedofilia del clero, al 2019 l’arcidiocesi ha pagato un totale di 220 milioni di dollari.

Cause per altri 150 si sono aggiunte più tardi. In totale sono una ventina a fare fallimento, tra sedi vescovili e ordini religiosi. Una delle prime diocesi americane costrette a far fronte alla bancarotta per la valanga di richieste di indennizzi era nello stato dell’Oregon.

L’ultima diocesi che ha dovuto dichiarare fallimento e andare sotto amministrazione controllata (“under Chapter 11”, nel gergo mercantile locale) come un negozio di calzature è nel Connecticut: Norwich, stroncata da richieste che vanno dai 50 a 100 milioni di dollari. Chi ha promosso le azioni legali è un numero impreciso che va dai 50 ai 99 creditori.

Ma il caso che potrebbe ricordare più da vicino quello francese è del 2018: lo Stato della Pennsylvania rende noto un rapporto scioccante in cui descrive cinque anni di abusi da parte di oltre 300 preti a danno di oltre mille bambini. Anche in questo caso l’arco di tempo preso in considerazione è di 70 anni. Il campo della ricerca è esteso a sei delle otto diocesi dello stato: Harrisburg, Allentown, Pittsburgh, Greensburg, Erie e Scranton. Nessuna è esente da colpe.

Inoltre (altro aspetto da tenere a mente dal momento che si parla di una Chiesa importante come quella francese) la questione ha le sue ripercussioni a Roma. Appena esce il rapporto sulla Pennsylvania l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, Carlo Maria Viganò, accusa Papa Francesco di aver coperto un noto cardinale abusatore, Theodore McCarrick, e ne chiede addirittura le dimissioni.

Il Papa non risponde a queste accuse (anche perché i fatti contestati riguardano i due precedenti pontificati, specie quello di Wojtyla) ma reagisce riducendo allo strato laicale McCarrick, un tempo potentissimo cardinale americano e amico di tutta l’opposizione tradizionalista.

La tempesta perfetta non si scatena, ma la difficoltà è immensa. Anche perché quasi in contemporanea emerge la tremenda verità sui giovani esploratori. I Boy Scout americani anch’essi finiscono sotto amministrazione controllata quando il numero deli morti che si chiedono giustizia e risarcimenti arriva ad oltre 82.000. L’organizzazione ha oltre un miliardo di dollari di asset, da terreni a investimenti finanziari e a opere d’arte, che finiscono in buona parte utilizzati per far fronte alle spese. Nel timore che non sia ancora finita.

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Nicola Graziani , 2021-10-06 10:55:40
www.agi.it

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