Sotto elezioni, nella vita di tutti i giorni, tornano sempre una serie di termini che poi si tende a dimenticare. Exit poll, instant poll, opinion poll e proiezioni rientrano tra questi e, per non arrivare impreparati alla Maratona Mentana di rito, li abbiamo voluti spiegare in questo articolo. Partiamo dal primo. Come probabilmente si può intuire, il termine exit poll deriva da due parole inglesi: exit, che significa uscita, e poll, che può essere usata sia per indicare il seggio elettorale, sia un sondaggio. Un exit poll è quindi un sondaggio effettuato tra le elettrici e gli elettori, subito dopo aver votato ed essere usciti dal seggio elettorale.
L’uso di questo strumento ha varie motivazioni. In primo luogo, le elezioni sono eventi di grande importanza e impatto emotivo e molte persone vogliono conoscere i risultati il più rapidamente possibile. Inoltre, sono utili ai media che coprono gli scrutini durante la notte per fornire informazioni sulla direzione che il paese ha scelto di prendere. Ma soprattutto, poiché gli elettori esprimono i loro voti in modo anonimo, gli exit poll forniscono importanti dati sulla composizione e sulle scelte dell’elettorato, sul perché e su quali gruppi votano in una determinata maniera.
Exit poll rilevati accuratamente possono essere estremamente precisi. Tanto che in Italia e in molti altri paesi è vietato rivelare i risultati delle rilevazioni prima della chiusura dei seggi, per evitare che possano influenzare chi deve ancora votare. Mentre in altre nazioni, come la Nuova Zelanda o la Francia, sono addirittura vietati.
Nella pratica, gli exit poll consistono in un questionario somministrato a un campione rappresentativo di elettori all’uscita dal seggio, a cui viene chiesto di riportare il voto così come è stato appena espresso all’interno della cabina elettorale, assieme ad alcuni dati e informazioni personali come l’età e il sesso. In questo modo, alla chiusura delle urne, alle 23 di domenica, si potrà avere una prima idea di come è andata la competizione elettorale. Secondo i sondaggisti il margine di errore è solitamente di circa il 2%.
Il compito di realizzare i sondaggi e elaborare i dati è dato agli istituti demoscopici, cioè organizzazioni e centri di ricerca che si occupano di svolgere indagini statistiche sull’opinione pubblica. Oltre agli exit poll, che raccolgono il voto dichiarato all’uscita dai seggi, attraverso interviste di persona con carta e penna, esistono anche gli instant poll, che sono condotti telefonicamente, e gli intention poll, che consistono in interviste condotte nei giorni immediatamente precedenti al voto. Infine, durante gli scrutini si parla anche di proiezioni. Queste non sono sondaggi, ma stime del risultato finale delle elezioni basate sui dati reali in arrivo dai seggi durante le operazioni di scrutinio.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2022-09-25 04:50:00 ,