Fifa 22, anche qui la nazionale italiana si gioca l’accesso al Mondiale

Fifa 22, anche qui la nazionale italiana si gioca l’accesso al Mondiale

Fifa 22, anche qui la nazionale italiana si gioca l’accesso al Mondiale


di Giunio Panarelli

Su Twitch lo chiamano “il Maestro”. Nello Nigro, 34 anni, è uno dei volti più importanti dell’esport italiano, un settore sempre più in espansione nel nostro paese. Allenatore della nazionale italiana di Fifa, le sue live su Twitch in cui gioca al celebre videogame calcistico sono seguite da migliaia di persone. La sua passione per l’esport è diventata a tutti gli effetti un lavoro e oggi, mentre i calciatori della nazionale italiana si apprestano a scendere in campo per qualificarsi ai Mondiali in Qatar, Nello allena i suoi player in vista dell’eNations, il mondiale di Fifa organizzato da EA e dalla Fifa “in carne e ossa” (si gioca due contro due e la Russia è stata esclusa in seguito alla guerra in Ucraina), a cui l’Italia punta a qualificarsi entro il prossimo mese.

Come è nato il suo percorso nell’esport?

“Ho sempre giocato ai videogiochi da quando ero piccolo. A 29 anni facevo il programmatore per Apple. Non ero soddisfatto della mia condizione e ho mollato tutto per dedicarmi allo streaming e all’egame. Era il 2017. Da Twitch all’inizio non guadagnavo nulla. Poi il fenomeno è iniziato a crescere e la mia notorietà con lui”.

Oggi è possibile vivere di solo esport?

“Certo: fino a qualche anno fa sembrava solo un sogno, ma oggi le possibilità ci sono. Gli sport team, le squadre che supportano i player, si stanno moltiplicando e il giro di affari inizia a permettere di pensare in grande. Ormai si parla di professionisti pagati dalle società per competere in tornei ufficiali. Esattamente come in qualsiasi altro sport”.

Quali sono le competizioni più importanti?

“Sicuramente a livello internazionale la eNations (dove abbiamo buone chance di qualificarci) mentre in Italia abbiamo la eSerie A in cui ogni club “reale” ha “appaltato” la propria squadra a uno sport team. Io stesso, oltre alla Nazionale, alleno il Cagliari per esempio”.

34 anni non è un’età troppo giovane per appendere il joystick al chiodo?

“In realtà, no. In questo sport l’età da “ritiro” si raggiunge già a trent’anni. Così da tre anni e mezzo ho iniziato la mia carriera da allenatore. Tra l’altro credo di essere meglio come coach che come player”.

Come funziona una sessione di allenamento?

“Gli allenamenti vanno distinti tra allenare player giovani e player navigati. Nel primo caso segui i player durante le partite e gli fai notare vari errori a livello meccanico. È un tipo di allenamento abbastanza invasivo. In più si affianca anche uno psicologo. Nel caso dei giocatori più esperti, si guardano sempre insieme le loro partite e si discute su quale possa essere stato il problema e come migliorare”.



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www.wired.it
2022-03-24 06:00:00

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