Giustizia, sì del Senato alle due fiducie sulla riforma penale

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Sì del Senato alle due fiducie poste dal Governo sul disegno legge di riforma del processo penale. In relazione all’articolo 1, nel testo già approvato dalla Camera, i voti a favore sono stati 208, i no 28 e nessun astenuto. Successivamente l’Aula ha approvato la seconda fiducia chiesta dall’esecutivo sull’articolo 2 del Ddl (200 sì, 27 no e nessun astenuto). Il voto finale sul provvedimento si svolgerà giovedì 23 in mattinata.

Cosa prevedono le norme

Nel dettaglio, l’articolo 1 del disegno di legge contiene una serie di deleghe al Governo che dovranno essere esercitate entro un anno dall’entrata in vigore della legge. L’articolo 2 prevede invece novelle al Codice penale e a quello di procedura penale, immediatamente precettive. Obiettivo della riforma è di accelerare il processo penale anche attraverso una sua deflazione e la digitalizzazione. Alcune misure sono rivolte al potenziamento delle garanzie difensive e della tutela della vittima del reato. Una disciplina innovativa concerne la ragionevole durata del giudizio di impugnazione, del quale è prevista l’improcedibilità in caso di eccessiva durata.

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Renzi: tutti responsabili per guerra politici-pm

«C’è stata una parte di quest’aula e di quella della Camera che si trova nella parte sinistra dell’emiciclo che ha immaginato di trarre vantaggio dalle vicende giudiziarie che riguardavano un’altra parte, quella a destra. C’è una responsabilità politica della sinistra di aver cercato di strumentalizzare questo e della destra che ha risposto a questa crisi con leggi ad personam. C’è una responsabilità di tutti, nessuno si può tirare indietro giudicando i 30 anni di questa lunga guerra tra politica e magistratura». Così il senatore di Italia viva, Matteo Renzi in Aula nella dichiarazione di voto sulla riforma del processo penale.

Grasso: non è mia riforma ma capisco mediazione

«Non è la riforma della giustizia che avrei desiderato, ma mi rendo conto che è l’unica che la maggioranza che sostiene il governo Draghi possa approvare». Lo ha detto Pietro Grasso in Senato annunciando il sì di Leu alle fiducie poste dal governo sulla riforma del processo penale. «Ho preferito non presentare emendamenti – ha aggiunto – per non rallentare il percorso, ma non rinuncio alla sincerità, perché ci sono diverse cose da migliorare». L’ex presidente del Senato ha sollevato perplessità sulla norma che attribuisce al Parlamento il compito di indicare le priorità dell’azione penale, perché «viola il principio della separazione dei poteri, che risale a Montesquieu».

Caliendo: riforma ferma il “fine processo mai”

«Se metto in evidenza la contraddizione tra prescrizione e improcedibilità, certamente avremo problemi di compatibilità. Ma noi voteremo a favore perché evitiamo lo sconcio del fine processo mai. Siamo ancora un Paese civile, non siamo all’età della pietra dove prevale l’odio per l’altro, da noi deve prevalere la civiltà giuridica». Lo ha detto in Senato Giacomo Caliendo annunciando il sì di Fi alle fiducie poste dal governo sulla riforma del processo penale.



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