di Lorenza Negri
Hanna, donna assassina e protagonista della serie eponima dal 24 novembre su Amazon Prime Video con la terza stagione, è l’eroina eponima della trasposizione dell’omonimo film action di Joe Wright del 2011 (dal 1° dicembre reperibile su StarzPlay) incentrato su un supersoldato adolescente in fuga per l’Europa. Nel decennio successivo e fino a oggi, le sale cinematografiche e le piattaforme digitali si sono riempie di film dedicate alla figura della donna assassina: sicari e mercenari, femme fatale in cerca di vendetta, esperte di arti marziali e di seduzione. Sulla scia di Hanna, una nuova ondata (la precedente era stata provocata da Nikita di Luc Besson e prima ancora dalle star del cinema di Hong Kong) sono le killer Kate, Ava, Anna, Lucy, le assassine vendicative di Proud Mary, di Gunpowder Milkshake, di The Protégé, di La sentinella, di Atomica bionda, di Jolt e così via. Le loro interpreti sono star hollywoodiane che si sono addestrate fisicamente per la parte sviluppando muscoli e abilità, da Charlize Theron a Kate Beckinsale. Una piccola parte sono invece vere e proprie eroine dell’action dalla preparazione atletica impressionante. Ecco alcune delle donne assassine dei film più toste – in rigoroso ordine sparso – protagoniste delle scene di lotta più memorabili.
Julie Estelle – La notte su di noi
Diretto dall’indonesiano Timo Tjahjanto del micidiale May the Devil Take You, The Night Comes for Us (su Netflix) è l’erede più fulgido di quei Raid e Raid 2 firmati da Gareth Evans che hanno cambiato le regole degli action movie alzando mostruosamente l’asticella della qualità delle coreografie di lotta e colmando il vuoto lasciando dal cinema di Hong Kong. La notte su di noi, parabola di redenzione di un sicario delle Triadi (il Joe Taslim di The Raid 2: Redemption) braccato dall’ex amico fraterno Arian (Iko Uwais, Raid), è una successione di scene d’azione scioccanti. I due sono i protagonisti di uno dei duelli più lunghi, selvaggi, estenuanti e “carnali” della storia del cinema, ma la menzione d’onore va alla risoluta assassina interpreta da Julie Estelle (Kuntilanak), alle prese con un triello contro due avversarie brutali. Inseguita da una macchina da presa ingorda di sangue e carne maciullata, la Estelle massacra le avversarie, vincendo a man bassa dopo aver sbudellato e tranciato (per il lungo) il braccio dell’arrogante controparte e così attestandosi come la più feroce assassina del decennio.
Kim Ok-vin – The Villainess
Presentato fuori concorso al Festival del Cinema di Cannes l’anno prima dell’opera di Tjahjanto, nel 2017, e diretta dal Jung Byung-gil di Confession of Murder, The Villainess è una Nikita coreana nella quale la protagonista – Kim Ok-vin di Thirst – è una giovane donna ricattata da un’agenzia governativa segreta che la costringe a lavorare come sicario. Come l’eroina teenager di My Name, anche lei si è trasformata in una macchina per uccidere per vendicare la morte del padre, ignara che il suo mentore è proprio il killer del genitore. Divisa dall’amore per l’uomo maturo che l’ha addestrata e il giovanotto gentile della porta accanto, la Villainess si presenta con una scena al cardiopalma in stile videogioco vintage; è suo il Pov mentre sbaraglia – un corridoio dopo l’altro, citando Raid – i nemici e culmina con una resa dei conti finale (preceduta da un inseguimento in macchina pazzesco nel quale l’assassina controlla il veicolo seduta sul cofano – di disperazione e efferatezza bestiali.
Meiko Kaji – Lady Snowblood
Moltissimi ricorderanno la citazione di Tarantino in Kill Bill di questo classico revenge movie giapponese del 1973 ispirato al manga omonimo di Kazuo Koike (lo stesso del leggendario Lone Wolf and Cub e del sottovalutato Crying Freeman), incentrato su una bimba “nata per la vendetta” e divenuta un’inesorabile killer. A caccia di coloro che hanno ucciso il padre e violentato la madre, Yuko si aggira come una pantera in un Giappone di metà XIX secolo avvolto dalla neve e dal silenzio: uccide i suoi avversari con impercettibili movimenti della sua katana e una classe immensa, stretta nel kimono, mentre orde di uomini inferociti ne sfidano la calma siderale e la sete di vendetta implacabile e finiscono trafitti – il sangue che schizza a fiotti dalle loro gole uno dopo l’altro.
Michelle Yeoh – La tigre e il dragone
Eroina del cinema di arti marziali di Hong Kong che tutt’oggi esegue coreografie di lotta senza controfigura in quel di Hollywood (di recente, in Star Trek: Discovery e Shang chi e la leggenda dei dieci anelli), Michelle Yeoh è in realtà una ballerina classica malese. Inarrestabile eroina degli action hongkonghesi sin dalla metà degli anni ‘80 con il celeberrimo poliziesco Yes Madam, girato accanto a Cynthia Rhodes, qui la ricordiamo per la parte della maestra di kung fu Shu Lien nel wuxapian d’autore La tigre e il dragone di Ang Lee. Il suo duello con la giovane, aggressiva e arrabbiata Jen Yu (Zhang Ziyi) è lo scontro tra la calma e la furia, tra la saggezza matura e l’irrequietezza giovanile, tra la montagna e il vento, tra Yin e Yan. Le suggestive riprese dall’alto delle sfidanti che cambiano di continuo armi immortala un’eroina in grado di uccidere senza sforzo, seppur votata alla pace.
Gina Carano – Knockout
Non poteva mancare Gina Carano nei panni dell’agente segreto della Cia Mallory Kane, tradita durante una missione e costretta a farsi strada verso la verità con calci e pugni. La differenza fondamentale tra Haywire (questo il titolo originale) e i recenti action movie al femminile citati all’inizio di questa classifica è che qui la protagonista è una vera guerriera. La Carano, ex campionessa di Mma (arti marziali miste), è un bulldozer. Se avete visto i dietro le quinte di Il mandaloriano ricorderete il colloquio con il regista che le spiega una scena nella quale deve trascinare il protagonista ferito, e lei esegue, ma caricandoselo in spalla, senza sforzo alcuno. È tutta qui la differenza: la coreografie che vedono protagonista la Carano sono concepite sulla sua forza e la potenza, la sua grazia massiccia che non lascia scampo. Il risultato è quello di un personaggio di assassina letale – la Mallory a cui presta il proprio corpo – mille volte più realistico delle sue esili colleghe, ma senza perdere in femminilità.
*Volevamo che in questa classifica figurasse un personaggio di Michelle Yeoh per onorarne l’incredibile bravura, tuttavia, volendoci addentrare nel genere del wuxiapian, ovvero i film di cappa e spada cinesi dove eroine e villain si contendono la vita a colpi di arti marziali, è un’altra il personaggio di assassina bellissima e letale, protagonista di duelli all’ultimo sangue di impossibile grazia, che va ricordata: la ribelle Neve che vola di Hero, interpretata dalla divina Maggie Cheung, protagonista del celebre duello in rosso con Zhang Ziyi.
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2021-11-23 15:00:00