«Il decreto è pensato per continuare ad aprire»- Corriere.it

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di Adriana Logroscino

Approvata in Consiglio dei ministri l’estensione dell’obbligo di esibire la certificazione verde per 23 milioni di lavoratori. Borghi: «Ricorro alla Consulta». Salvini lo sconfessa

Dal 15 ottobre per lavorare bisognerà esibire il green pass. Il decreto varato dal Consiglio dei ministri, valido fino al 31 dicembre, tiene insieme tutte le categorie che compongono la platea di 23 milioni di lavoratori: dipendenti pubblici e privati, lavoratori autonomi, inclusi prestatori d’opera occasionali
, come elettricista e idraulico, collaboratori familiari, come le badanti e le babysitter, eletti, come sindaci e consiglieri, e volontari. E, dopo l’indispensabile passaggio — non formale — in aula, garantito dall’autonomia conferita agli organi costituzionali, anche senatori e deputati per partecipare ai lavori parlamentari dovranno mostrare il certificato verde.

La trattativa, condotta non senza asperità nelle ultime settimane, ha superato agevolmente gli ultimi passaggi di condivisione, cabina di regia, tra governo e forze di maggioranza, e conferenza unificata tra ministri, Regioni ed enti locali, per arrivare, nel pomeriggio di ieri, al decreto approvato dall’esecutivo all’unanimità. L’onere di illustrare il provvedimento, a fine giornata, se lo assumono i ministri Roberto Speranza, Andrea Orlando, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta. Non c’è Giorgetti, ma «per un impegno», chiarisce.

I quattro esponenti del governo, espressione di Leu, Pd e Forza Italia, nel presentare i 9 articoli e le 6 pagine del decreto, dimostrano però una grande attenzione alle diverse sensibilità politiche che compongono il governo Draghi. Si soffermano sui tamponi non gratuiti ma almeno a prezzo calmierato e che garantiscono un pass valido per 72 ore (non più per 48), temi cari alla Lega. Sul diritto alla conservazione del posto di lavoro per chi pur venga sospeso per mancanza di green pass, argomento vessillo dei cinquestelle. E anche aprendo a possibili nuovi interventi per consentire alle discoteche di ripartire (altra battaglia del Carroccio) e per riportare alla piena capienza teatri e cinema, come chiesto dal ministro per la Cultura, Dario Franceschini.

«Questo decreto è pensato per continuare ad aprire», è del resto la dichiarazione di Draghi che trapela. Quasi una risposta a Giorgia Meloni che, dopo aver parlato di «misura irragionevole», di «obbligo introdotto surrettiziamente» e di «ipocrisia da smascherare», ingiunge al governo: «Se fa una scelta così radicale, dica che esclude la possibilità di nuove chiusure». Speranza articola la posizione del premier così: «La duplice vocazione di questo provvedimento è aumentare lo standard di sicurezza dei luoghi di lavoro e incentivare l’immunizzazione. Valuteremo con grandissima attenzione la reazione della curva dopo l’apertura delle scuole. Auspichiamo di dare una risposta positiva alle legittime richieste di allargare le maglie, ma in un quadro epidemiologico solido e fermo».

Il decreto raccoglie il plauso dei leader dei partiti della maggioranza: parlano di «scelta giusta» Enrico Letta, Matteo Renzi, Giuseppe Conte e Giovanni Toti. Ma ci pensa la Lega, questa volta con
Claudio Borghi, a imbracciare una nuova bandiera
: «Speravo che l’obbligo green pass venisse esteso al Parlamento così mi avrebbe dato la possibilità di chiedere una pronuncia in merito alla Corte Costituzionale a difesa del lavoro di tutti». Salvini però prende le distanze dall’iniziativa del suo deputato.

16 settembre 2021 (modifica il 16 settembre 2021 | 22:28)



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Adriana Logroscino , 2021-09-16 20:52:43
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