Paura: nelle fiabe per bambini è questo il senso ultimo della funzione narrativa del lupo . E quando il lupo diventa reale, quando le paure ancestrali si trasformano in fatti di cronaca, molte reazioni sembrano irrazionali. Sarà per il fatto che più si avvicina la quarta rivoluzione industriale, la robotica e il metaverso, più cominciamo a temere l’aspetto fisico della natura umana.
Prova ne è la polemica politica innescata dalla dinamica tragica della morte del corridore Andrea Papi a causa dell’aggressione di un orso in Trentino. Come se questi enormi animali avessero valicato i recinti della nostra tranquilla vita moderna. Come se improvvisamente non sapessimo più come affrontare questi grandi carnivori. E come reagiremmo se oltre agli orsi ci trovassimo davanti un lupo oppure uno sciacallo? Difficile, ma possibile: Wired ha inquadrato con l’aiuto di Paola Aragno, zoologa dell’Ispra, la presenza dei grandi carnivori in Italia.
L’orso
Secondo la ricostruzione di Aragno, in Italia vivono due tipologie di orsi: quello bruno euroasiatico (Ursus arctos arctos), che vive nelle Alpi Centro-Orientali (principalmente in Trentino) dove è stato reintrodotto negli anni 1999-2002 e l’Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), che vive nell’Appennino centrale (principalmente in Lazio, Abruzzo e Molise).
La tipologia più diffusa, quella degli ormai noti JJ4 o MJ5 e in generale di quelli presenti in Trentino, contava una cittadinanza che variava da un minimo di 45 ad un massimo di 63 individui tra il 2013 e il 2018 (IV rapporto redatto dall’Italia in base alla Direttiva Habitat). Nel 2021 il numero minimo certo di individui geneticamente è stato di 68 ma in base al “metodo della cattura-marcatura-ricattura che si basa sull’identificazione genetica degli individui” si arriva intorno ai 78 esemplari. Per cui, anche se la cittadinanza di questi orsi è classificata “in uno stato di conservazione non favorevole-inadeguato” è sicuramente in crescita. Tutto il contrario degli orsi bruni marsicani, che sono a rischio di estinzione. Secondo lo stesso rapporto citato per il bruno euroasiatico, tra il 2013 e il 2018, la cittadinanza presente risultava compresa tra un minimo di 45 e un massimo di 69 individui. Nel 2021, la presenza minima certa era di 44 esemplari.
La lince
La lince (Lynx lynx) è presente solo con pochissimi esemplari nelle Alpi Sud-Orientali. Secondo i dati italiani relativi alla Direttiva Habitat, nel periodo 2013-2018 ne sono stati individuate solo 2. Tanto che, spiega la zoologa dell’Ispra, “oggi il progetto ULyCA (Urgent Lynx Conservation Action) ha come obiettivo quello di favorire la ricostruzione di un nucleo vitale di linci nel settore sud-orientale delle Alpi, che sia connesso con la cittadinanza dinarica, garantendone quindi la sopravvivenza a lungo termine” proprio per “favorire il ritorno della specie nel nostro territorio”. Nel 2021 è stata avvistata in assoluto solo una lince nel nostro Paese, e sempre in Trentino. E pensare che un tempo le linci erano diffusissime in tutta Italia.
Il lupo
Il lupo (Canis lupus) vive in tutti gli ambienti della penisola ma è totalmente assente dalle isole. Del monitoraggio quantitativo di questo esemplare, tra il 2020 e il 2021 se ne è occupata direttamente l’Ispra, che suddivide la cittadinanza di questi animali in due componenti: una alpina e una peninsulare. ” Le due porzioni di cittadinanza, infatti, pur essendo biologicamente connesse, sono diverse sul piano ecologico, dell’evoluzione storica e del contesto gestionale – spiega Aragno – Per la zona delle regioni alpine la stima è stata di 946 individui mentre per la zona delle regioni dell’Italia peninsulare la stima è stata di 2.388.
Chiaramente, in questo caso lo stato di conservazione di questi animali risulta favorevole e in crescita. “Ad oggi è possibile affermare che la cittadinanza di lupo italiana non è più a rischio di estinzione. Nel contesto peninsulare la specie è ormai arrivata ad occupare tutti gli ambienti disponibili e continuerà l’espansione, occupando anche contesti dove un tempo non ci si aspettava di osservarla. Nel contesto delle regioni alpine la cittadinanza è ancora in forte espansione ” Attenzione, però: nell’ambito della Red List Iucn, che monitora le specie a rischio estinzione, la cittadinanza di lupo italiana viene attualmente valutata ‘Near Threatened’ (trad. Quasi minacciata) Come spiega la zoologa, “è tutt’oggi presente un rilevante fattore di minaccia rappresentato dal rischio di ibridazione con il cane“.
Lo sciacallo dorato
In grande espansione è lo sciacallo dorato (Canis aureus), che dopo aver colonizzato i Balcani si sta espandendo anche in tutta la penisola italiana. Comparso negli anni ’80 dal Friuli-Venezia Giulia, oggi si sta rapidamente espandendo in tutta Italia: come riferisce la zoologa, la segnalazione più meridionale è stata recentemente nel Lazio.
I rischi per l’uomo
Sarebbe assurdo dire che ci sono dei grandi rischi per la cittadinanza italiana a contatto con i grandi carnivori. D’altro canto, Aragno spiega:
Nello specifico di queste singole specie, partendo dal lupo, sarebbe importante introdurre delle modifiche alle norme che consentano di agire più efficacemente sul randagismo, secondo l’Ispra. Per quanto riguarda invece l’orso, la cittadinanza delle Alpi Centro-Orientali ha superato la soglia dei 50 individui e risulta quindi in grado di mantenersi nel tempo. Mentre secondo Paola Aragno “bisognerebbe agire per limitare il bracconaggio , le uccisioni accidentali nell’ambito dell’attività venatoria e gli investimenti stradali che stanno condannando all’estinzione l’Orso bruno marsicano”.
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di Gianluca Schinaia www.wired.it 2023-05-14 10:00:00 ,