Immobili, il Superbonus non basta: serve una strategia di lungo periodo

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La proroga del Superbonus 110% fino al 2023 per i condomini insieme alle risorse messe in campo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che indirizza circa 15 miliardi di euro per l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici, rappresentano una grossa opportunità per proseguire nell’ammodernamento del vetusto patrimonio immobiliare italiano. Ne è convinto Riccardo Bani, co-inventore e ceo di Veos (società che investe in tecnologie e modelli di business innovativi per ottimizzare le risorse energetiche e ambientali) che sottolinea, però, anche la necessità di guardare al dopo bonus con una strategia di lungo periodo.

 

Un piano pluriennale

In questo senso, per Bani, sarebbe utile impostare un piano pluriennale in tema di politica energetica e riqualificazione degli immobili basato anche sul confronto tra imprese, cittadini e istituzioni. Questo consentirebbe “di mettere in moto, sia dal punto di vista delle imprese che dei cittadini, un modello che cresce gradualmente, non con l’intensità che stiamo vivendo in questo momento, che rischia di diventare una bolla che poi termina al 2022 o al 2023”, osserva. “La chiamo politica energetica- ambientale di riqualificazione degli edifici – prosegue – dobbiamo farla scegliendo le soluzioni tecnologiche a zero emissioni, altrimenti così investiamo molti soldi in poco tempo, ma non raggiungiamo gli obiettivi”.

 

Superbonus da rivedere

Bani cita poi alcuni esempi di tecnologie pulite che sono fiorite grazie alla spinta di politiche energetiche decise. Tra queste, il fotovoltaico, settore nel quale è stato attuato un meccanismo di incentivazione per cinque anni, permettendo così di passare da zero a 20 mila megawatt di impianti installati. Quanto al Superbonus 110%, secondo Bani, è necessario rivedere il meccanismo di incentivazione riducendo l’ammontare rispetto al 110% e mantenendolo per un periodo molto lungo. Il Superbonus andrebbe inoltre riconosciuto “ai soli interventi che vanno effettivamente nella direzione di abbassare significativamente l’emissione in atmosfera. Se io regalo il 110% a uno che aveva una caldaia, magari già a condensazione, e la cambia con un’altra caldaia a condensazione, il beneficio ambientale è praticamente nullo”, spiega. “Il rischio che corriamo disperdendo le risorse in questi due anni, è quello di intervenire riqualificando sì, perché quegli edifici consumeranno meno, ma continuando a immettere sostanze inquinanti nell’atmosfera”.

 

Motivo per cui, conclude Bani, andrebbero riconosciute “premialità più elevate, tipo il 110%, alle sole tecnologie zero emissive”. Un passo importante per dare un segnale forte alle famiglie e che premierebbe “lo sforzo nella direzione del miglioramento della qualità dell’ambiente e verso la concreta decarbonizzazione”.



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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2021-11-18 02:58:32 ,
www.repubblica.it

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