immunizzazioni e Green Pass, la sfida per tornare liberi in modo duraturo- Corriere.it

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di Roberto Gressi

L’estensione del lasciapassare a nuove categorie una scelta indispensabile per sconfiggere il virus, ma serve unit e non devono esserci ammiccamenti nei confronti dei no vax

Non c’ nulla di gradevole nel dover girare con un green pass che certifichi le vaccinazioni: solo una ragionevole, indispensabile scelta per sconfiggere il virus che tante libert ci ha negato in questi ormai quasi due anni. L’estensione decisa oggi al personale esterno della scuola e dell’universit e ai lavoratori delle residenze sanitarie per anziani, come ha spiegato Mario Draghi, una tappa di un percorso che porter a nuovi coinvolgimenti, il pi possibile partecipati e condivisi, che riguarderanno la pubblica amministrazione e il lavoro privato. Per Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, il green pass inutile. E allora meglio l’obbligo vaccinale: io sono contraria, dice, ma almeno abbiano il coraggio di imporlo. Anche per il professore Alessandro Barbero, che rivendica il suo essere comunista, quella misura inaccettabile, ed meglio l’obbligo: io ho molti dubbi, dice, ma alla fine sarei favorevole.

Con il virus che arretra a fatica difficile escludere che l’immunizzazione per tutti non possa diventare un’opzione. Ma c’ un che di pilatesco nel preferire senz’altro questa strada piuttosto che la ricerca di un’assunzione comune di responsabilit per giungere all’obiettivo di almeno il novanta % di immunizzati sopra i 12 anni, che sembra essere il limite che una volta superato impedirebbe al Covid di continuare a nuocere. E darebbe un po’ di respiro per percorrere la via maestra delle cure, con la scienza che ancora annaspa nel proporre farmaci efficaci a costi sostenibili. Sono percorsi che richiedono unit, importante che non manchi il sostegno anche della Lega di Matteo Salvini. La sfida nuova del virus stata palestra di tante sciocchezze. Il premier britannico Boris Johnson, prima di convertirsi e fare incetta di vaccini, sostenne che il suo Paese ama la libert, per questo c’erano pi contagi che in Italia.

Di fronte al silenzio del governo di allora fu il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a spiegargli che anche noi italiani amiamo la libert, ma abbiamo a cuore anche la seriet. Oggi il presidente invita a non invocare la libert per sottrarsi all’immunizzazione perch quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso la vita altrui, costringendo tutti a limitare la propria libert, a rinunciare alla prospettiva di una vita normale. Parole semplici, dette da un uomo di una generazione politica che ha sconfitto il terrorismo senza ricorrere a leggi speciali. Bisogna spazzare via l’equivoco, ha scritto Aldo Cazzullo su queste pagine, il confronto non tra chi difende la libert e chi la nega. La sfida tornare liberi in modo duraturo, senza trovarsi di nuovo schiacciati tra le terapie intensive che scoppiano e i decreti di chiusura. Un esempio per tutti: veniamo da due anni di didattica a distanza e i test Invalsi ci hanno rivelato il prezzo altissimo pagato dalla preparazione dei nostri studenti. Nuove chiusure ci precipiterebbero su un sentiero dal difficile ritorno. Il virus ci ha sorpresi anche culturalmente impreparati. Non dimentichiamo che ben prima eravamo scesi sotto la soglia dell’immunit di una malattia che credevamo debellata, il morbillo. A fronte dell’offensiva no vax siamo stati colpevolmente balbettanti, preludio di tante incertezze e divisioni di oggi. L’attivit di prevenzione delle forze dell’ordine ci dice che in queste ore una piccola minoranza tenta di mettere in campo contro il green pass manifestazioni violente. E’ importante che questa minoranza sappia che non ci sono ammiccamenti nei suoi confronti.

10 settembre 2021 (modifica il 10 settembre 2021 | 01:05)



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Roberto Gressi , 2021-09-09 23:06:07
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