“Israele più stabile con gli Accordi di Abramo e il gas naturale”, dice il ministro Steinitz

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AGI – Il gas come nuovo strumento diplomatico sta contribuendo a ridisegnare lo scenario mediorientale e, insieme agli Accordi di Abramo firmati di recente da Israele con Emirati Arabi Uniti e Bahrein, apre nuove prospettive di cooperazione fra i Paesi dell’area, ma non solo.

A beneficiarne, in primis, lo Stato ebraico, tra i principali protagonisti dello scacchiere energetico in un’area divenuta sempre più ‘calda’ alla luce della recente impennata di tensioni nel Mediterraneo orientale tra Grecia, Cipro e Turchia, di fronte alle rivendicazioni aggressive di Ankara e alla sua campagna di esplorazioni in acque contese.

In questo scenario, nuove ‘energie’ sono state liberate grazie anche agli accordi di normalizzazione sottoscritti da Israele con i primi due Paesi del Golfo: se da una parte aprono prospettive economiche e commerciali inedite, stabilendo e rafforzando connessioni, dall’altra concorrono a isolare la minaccia iraniana, arci nemico comune.

Per Israele, da quando sono state avviate le estrazioni di gas dal mare, “si sono aperte nuove porte”, ha sottolineato in un’intervista all’AGI il ministro dell’Energia, Yuval Steinitz, ricordando come “grazie al gas si sono sviluppati nuovi rapporti internazionali, si sono rafforzate le relazioni con i ministri dell’Energia nel mondo, ricerca e sviluppo israeliani in campo energetico sono oggetti di attenzione e interesse da parte di Paesi sviluppati ovunque, e si sono venute a creare nuove opportunità di cooperazione fra le nazioni”.

Una spinta economica che ha trovato sponda negli accordi di normalizzazione delle relazioni con Abu Dhabi e Manama, i primi due Paesi del Golfo ad avviare un nuovo corso con Israele, proprio in nome di uno sviluppo economico e commerciale che può dare stabilità all’area.

L’intesa, firmata il 15 settembre scorso alla Casa Bianca, è “uno storico traguardo del premier israeliano Benjamin Netanyahu” che offrirà “un grande contributo alla cooperazione economica nella regione”, ha puntualizzato Steinitz, guardando alle potenzialità in campo energetico.

“In un colloquio con il mio omologo ad Abu Dhabi, Suhail al-Mazroui, abbiamo parlato di collaborazioni per collegare reti elettriche, sviluppare l’economia del gas naturale, esportare gas in Europa e molti altri progetti“, mentre in un incontro con “il ministro dell’Industria e della Tecnologia emiratino, Sultan al-Jaber, abbiamo discusso della promozione di collaborazioni in ricerca e sviluppo su energie rinnovabili, in particolare nello spazio urbano, e dell’istituzione di un centro energetico comune fra Israele ed Emirati”.

“Sono sicuro che la cooperazione con gli Stati del Golfo progredirà e si intensificherà col passare del tempo; abbiamo delle opportunità storiche per creare una realtà migliore”, ha assicurato. Potenzialità che non si esauriscono sullo scenario mediorientale ma che hanno orizzonti ben piu’ vasti, fino all’Europa, saldando sicurezza energetica ed equilibri geopolitici.

Una prospettiva resa ancora più allettante alla luce delle recenti tensioni nel Mediterraneo orientale con la Turchia di Recep Tayyip Erdogan. Nel luglio scorso, Israele, Cipro e Grecia hanno ufficialmente firmato l’accordo per la costruzione del gasdotto EastMed, un “progetto ambizioso, innovativo e unico che trasferirà il gas naturale da Israele e Cipro a Grecia e Italia, e da lì al mercato europeo”.

Nelle scorse settimane, il ministero dell’Energia israeliano ha autorizzato l’avvio di “un’indagine preliminare per raccogliere informazioni per la posa del gasdotto e il suo sviluppo ingegneristico” e questa “è la prima fase operativa”, ha sottolineato Steinitz.

Il progetto rafforzerà la sicurezza energetica dell’Unione Europea e diversificherà le fonti di approvvigionamento di gas naturale”, ha aggiunto il ministro, ricordando, “tra gli altri vantaggi”, che “garantirà la fornitura di gas naturale alle aree in Italia e porterà alla sostituzione del petrolio con il gas naturale, contribuendo a ridurre le emissioni di anidride carbonica nella regione”.

Ci piacerebbe dunque che l’Italia sostenesse il progetto e partecipasse all’accordo“, ha ribadito. In quest’ottica di sinergia e cooperazione ha preso vita un anno fa l’EastMed Gas Forum (Emgf): il progetto – fondato da Israele ed Egitto, con l’inclusione di Italia, Cipro, Giordania, Grecia e l’Autorità nazionale palestinese – punta a creare un dialogo strutturato e un coordinamento stabile fra i Paesi del Mare Nostrum che sono a vario titolo produttori, consumatori e vie di transito per il gas naturale.

“È una cooperazione storica e unica nel suo genere, che crea nuove opportunità per le nazioni del Mediterraneo”, ha rimarcato Steinitz, promotore insieme all’omologo egiziano Tareq al-Molla dell’iniziativa che “ha già prodotto accordi di esportazione e importazione a beneficio dei cittadini dei Paesi”.

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