non possiamo girarci dall’altra parte
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Nelle ultime ore è diventato virale il video di un brutale pestaggio da parte delle forze dell’ordine a Milano. Il video è stato girato in zona porta Romana, nei pressi dell’università Luigi Bocconi. La persona che subisce il pestaggio, secondo le prime ricostruzioni, è una donna transgender brasiliana di 41 anni.

Le immagini sono molto crude. E non possono lasciare indifferenti. Qualunque sia il motivo per cui si è arrivati a quella situazione, il modo in cui essa viene gestita appare molto lontano dai canoni standard di un paese democratico. E accende i riflettori su un tema di cui in Italia si parla molto poco: gli abusi di potere da parte delle forze dell’ordine contro stranieri e persone transessuali.

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La ricostruzione dei fatti

Il video è girato dall’alto. Si vede la donna seduta sul marciapiede, che non oppone alcuna resistenza. A un certo punto alza anche le mani. Intorno a lei ci sono alcuni agenti della polizia locale, armati di taser e manganelli. Le gridano contro, poi la colpiscono ripetutamente. Una manganellata in testa, un’altra sul fianco, una scarica di taser, ancora un’altra manganellata in testa dopo qualche secondo di presa della mira. Un agente le tira un calcio sul ginocchio. In sottofondo si sente la voce allarmata di chi sta girando il video, che contesta i modi brutali della polizia.

Il sindacato di polizia Siulp ha riferito che la donna è stata fermata dall’altra parte della città, nella zona del Parco Trotter. Secondo la loro versione, stava importunando i passanti fuori da una scuola e urlava di avere l’Aids. La donna sarebbe stata caricata in auto, ma durante il tragitto in macchina sarebbe riuscita a scappare. Secondo alcune testimonianze avrebbe finto un malore e poi ne avrebbe approfittato per darsela a gambe. Secondo altre ricostruzioni avrebbe dato in escandescenze in auto, costringendo gli agenti a fermarsi. A quel punto sarebbe scappata. In ogni caso, la fuga è durata pochi metri e si è fermata proprio là dove inizia il girato divenuto virale.

I soliti abusi di potere

Tutta la parte di articolo finora scritta è mero contorno. Di fatto, è inutile. È stata scritta per cronaca, per dare un contesto. Ma non può e non deve influire sulla scena ripresa dalla videocamera.

Perché in un paese democratico, nell’Italia del 2023, una scena così brutale per mano delle forze dell’ordine non può accadere. Giustificarla facendo appello a quanto è avvenuto prima, all’eventuale profilo problematico della persona fermata, non è concesso in una democrazia. L’unica cosa che conta è che questa mattina a Milano una persona inerme, che non opponeva resistenza, è stata presa a manganellate e calci da rappresentanti dello Stato che a 22 anni dal G8 di Genova, a 14 anni dalla morte di Stefano Cucchi, a tre anni dai fatti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, Proseguono a usare la violenza indiscriminata come metodo di lavoro. A giudicare dalle immagini, quei manganelli, quei calci, non erano funzionali a garantire la sicurezza. La donna era già circondata e per terra, non ce n’era bisogno. La sensazione, piuttosto, è che le forze dell’ordine si siano volute trasformare in giustizieri privati.





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di Luigi Mastrodonato www.wired.it 2023-05-24 15:19:52 ,

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