Nuovo governo, l’altolà di Decaro sugli investimenti: «Attuare il Pnrr senza rallentamenti»

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Mezzogiorno, 23 ottobre 2022 – 09:57

Il sindaco di Bari conferma il no alla revisione del Piano di ripresa. Il ministro Fitto: «All’Europa porteremo rispetto e chiederemo rispetto»

di Michele Cozzi

Antonio Decaro
Antonio Decaro

Due pugliesi nel nuovo governo. Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, la Coesione territoriale e il Pnrr e Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. L’Europa è un banco di prova per la Meloni che sarà chiamata a riannodare i lacci con alcuni leader europei dopo le polemiche burrascose che non sono mancate in passato. E su questo Fitto in Europa dovrà proseguire il lavoro svolto negli ultimi mesi. «Sono pienamente consapevole della difficoltà e della delicatezza della delega che mi è stata attribuita — ha detto il ministro dopo il giuramento — e mi metterò immediatamente al lavoro nell’esclusivo interesse del Paese». Quanto al rapporto con Bruxelles «il nostro approccio è e sarà propositivo: Porteremo rispetto e vogliamo essere rispettati».

Le deleghe sul Pnrr

Fitto avrà pure il compito di vigilare sull’attuazione del Pnrr. Su questo tema è facile intuire lo scontro con il centrosinistra. Meloni e Fitto si sono già detti pronti alla sua rimodulazione. Il sindaco di Bari, Antonio Decaro (Pd), conferma la sua ferma opposizione alla modifica del Piano. In Fiera, lo scorso 14 ottobre, disse che «non retrocederò». L’attuazione del piano procede, nei mesi scorsi l’Italia ha avuto la seconda tranche di finanziamenti. Ma non bisogna abbassare la guardia, poiché sarebbe delittuoso sciupare questa opportunità.


Il sottosegretario Mantovano

Un ruolo di grande responsabilità la Meloni l’ha assegnata al salentino Alfredo Mantovano, nominato sottosegretario alla presidenza. Volto storico della destra pugliese e nazionale, è stato in passato già sottosegretario nei governi Berlusconi. Magistrato, figura di spessore, legato al mondo cattolico, Mantovano è stato sempre, anche negli ultimi anni, al centro del dibattito culturale della destra.

Una fase difficile

Finito il primo tempo, l’auspicio è che nelle prossime ore, il nuovo governo nella pienezza dei suoi poteri, dopo il giuramento, incominci a guardare in faccia la realtà. Che è più piena di spine che di rose. Debito pubblico che corre, inflazione all’11%, bolletta energetica, aumento del numero dei poveri come emerge dall’ultimo rapporto della Caritas, la guerra nel cuore dell’Europa. E poi il Mezzogiorno. Sì, perché decenni dopo decenni, la grande frattura, sociale e politica, del Paese è tra Nord e Sud. Dopo un diluvio di parole, di impegni, anche di fondi, il Mezzogiorno resta la parte più debole: sarà una priorità oppure peseranno nuovi equilibri territoriali e politici?

I pugliesi e la trazione nordista

Ai pugliesi, e a Fitto in primo luogo, il compito di bilanciare una trazione nordista del governo. Ha trovato conferma la voce di un ministero degli Affari regionali e delle Autonomie, assegnato a Roberto Calderoli, noto esponente della Lega. Le parole non sono mai casuali. Le Regioni del Nord, essenzialmente Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, all’indomani del voto sono tornate a porre la questione dell’autonomia differenziata. Che è prevista dalla Costituzione, ma in una realtà in cui nessuno sia lasciato al suo destino. Quindi lo Stato, prima di delegare fondi e poteri, deve essere in grado di garantire a tutti i cittadini i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni. Significa, quindi, una adeguata rete di servizi, infrastrutture, materiali e immateriali, per porre tutti i cittadini allo stesso punto di partenza.

L’autonomia differenziata

Far partire subito l’autonomia differenziata (cioè gestire in proprio fondi e deleghe, al di fuori di un contesto nazionale) sarebbe come iscrivere al nastro di partenza di un gran premio automobilistico una Ferrari e una vecchia auto del secolo scorso. Su questa materia si vedrà la «nobilitate» del governo Meloni. Così come, la stessa responsabilità cade sulle spalle di Raffaele Fitto che quando era presidente della Regione si impegnò attivamente per ostacolare riforme che apparivano troppo sbilanciate a favore delle regioni del Nord.

Decaro e il Pnrr

Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, rivolge «gli auguri di buon lavoro» al governo. «I temi all’ordine del giorno — aggiunge — sono cruciali. Ne cito solamente tre, a partire dall’emergenza dettata dal rialzo dei costi energetici, che impatta duramente su famiglie, imprese e anche sui bilanci dei Comuni mettendo a rischio la possibilità di continuare a erogare servizi essenziali alla cittadinanza». Poi il motivo del possibile contrasto: «Dobbiamo procedere senza rallentamenti all’attuazione dei progetti del Pnrr, che nei Comuni corrispondono a opere concrete, già individuate e spesso già avviate, destinate a migliorare la qualità della vita nei nostri territori». È iniziata una nuova partita. Tra Nord e Sud e anche tra visioni diverse.

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23 ottobre 2022 | 09:57

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