«Vi ricordate il lockdown, quando tutti facevano il pane a casa, ballavano, si cimentavano nell’arte, si prendevano cura delle loro piante e imparavano cose utili. Per un attimo abbiamo visto come la vita dovrebbe essere». Sono queste le parole scritte in sovraimpressione in un video. Al centro, un ragazzo con il cappuccio e gli occhi umidi grazie al filtro di TikTok. Se le lacrime sono posticce, ben più reale è il sentimento di nostalgia che in questi mesi invade non solo i cuori di molte persone, ma anche i social. «Mi manca il lockdown, la vita si è fermata come per incantesimo e per un po’ siamo riusciti a respirare», scrive una signora nei commenti.
Il cielo blu e la frustrazione
C’è chi ricorda che molte persone hanno continuato a lavorare, e lo hanno fatto in condizioni ben peggiori di quelle normali. Ma è una goccia nel mare di nostalgia. «Vi ricordate quando l’inquinamento è stato spazzato via e il cielo era blu», scrive qualcun altro. «Non mi sono mai sentita in salute e soddisfatta come allora», risponde una ragazza, poco prima di un caustico: «Ah adesso ci mettiamo anche a rimpiangere il lockdown» di un altro utente. Infilandosi in certe tasche di internet questo sentimento si pesca a piene mani. Chiaramente c’è un gran numero di persone che ha amato l’isolamento e oggi – mentre il dolore dei lutti, il peso delle difficoltà e della frustrazione vengono offuscati dal tempo – lo rimpiange.
@tobyrozario What a time 沈 #covid #coronavirus #lockdown #quaratine #covidpandemic #whatatimewhatatimewhatatime ♬ What a time – Renee
La nostalgia della quarantena
La quarantine nostalgia è ormai un’intera sottocategoria di TikTok con oltre 80 miliardi di visualizzazioni. La domanda che sorge spontanea è un semplice «perché?». E tra gli utenti c’è chi prova a dare una risposta, come la psicoterapeuta Micheline Maalouf: «Per la prima volta nella nostra vita, non fare nulla era accettabile», dice. Come mai TikTok? Per molti l’inizio del 2020 è stato il periodo in cui c’è stato il maggiore avvicinamento alla piattaforma. Per molti c’entra anche la Fomo (Fear of Missing Out), ovvero la paura di perdersi qualcosa. Secondo psicologa Carla Marie Manly, il lockdown è stato il primo momento in cui «si poteva rinunciare agli eventi sociali senza sensi di colpa». E ora che tutto quello che ci eravamo lasciati temporaneamente alle spalle, nella speranza di ricominciare in maniera migliore, sembra tornare con gli stessi difetti di prima, «molti si sentono destabilizzati dovendo di nuovo abbandonare le loro certezze domestiche», spiega la dottoressa a Bustle.
«Non riavremo mai così tanto tempo libero»
«Quando si rimuovono tutti i normali obblighi, si offre alle persone un quadro completamente diverso, hanno carta bianca per decidere come vogliono progettare la propria vita, entro i limiti del blocco», spiega al Daily Mail commentando il fenomeno Becky Spelman, psicologa e terapista cognitivo comportamentale. Ora le occasioni per riflettere si riducono e ritmi tornano essere serrati e punitivi. «Sanno che è altamente improbabile che avranno indietro quel livello di tempo libero, poiché non siamo destinati a essere rinchiusi e limitati come lo eravamo durante la pandemia», spiega l’esperta. «È stato un periodo di rivalutazione, un’opportunità per guardare alla vita che volevamo vivere, una sorta di rivisitazione e un riapprezzamento delle cose e delle persone che ci mancavano. Nessun momento nella storia umana ci ha fornito questo tipo di opportunità per fare un passo indietro dalla vita», spiega la psicologa Kath Helper.
Leggi anche:
Source link
Scritto da Antonio Di Noto perwww.open.online il 2023-12-17 14:00:23 ,