Pornhub: terremoto ai vertici | Wired Italia

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Martedì 21 giugno sono state annunciate le dimissioni con effetto immediato dei due più alti dirigenti di MindGeek, la società proprietaria del sito porno Pornhub. Come si legge nel comunicato diffuso dalla società, l’amministratore delegato Feras Antoon e il direttore operativo David Tasillo rimarranno tuttavia azionisti dell’azienda: “La leadership esecutiva di MindGeek gestirà le operazioni quotidiane ad interim, mentre è in corso la ricerca di un sostituto”.

MindGeek, che possiede anche una società di produzione di film per adulti, è spesso stata coinvolta in vicende controverse nel corso degli ultimi anni. Nel 2020, è stata portata sull’orlo della bancarotta dopo che Pornhub è stato tagliato fuori dal circuito di pagamenti di Mastercard e Visa in seguito ad alcune indagini sulla presenza di contenuti illegali sul sito e nel 2021 sono arrivate diverse accuse secondo le quali MindGeek avrebbe violato le leggi federali degli Stati Uniti su abusi sessuali e pornografia infantile, permettendo agli utenti di pubblicare contenuti che coinvolgono persone di età inferiore ai 18 anni. MindGeek ha sempre negato queste accuse, ma in seguito a quelle che vengono indicate come divergenze tra l’ormai ex ad Feras Antoon e il proprietario della società Bernd Bergmair, si è optato per un cambio di leadership che garantisca una “crescita a lungo termine”.

Nonostante le controversie, MindGeek, che ha sede in Lussemburgo, ha ancora una posizione di dominio assoluto sul mercato della pornografia in streaming. Nel 2018 i guadagni dell’azienda hanno raggiunto 460 milioni di dollari (circa 435 milioni di euro), con un margine di profitto di poco inferiore al 50%. In seguito allo scandalo di Mastercard e Visa e la conseguente crisi, l’attuale leadership ha tentato di risollevarsi promettendo controlli più stringenti sui propri contenuti, ma secondo le indiscrezioni era già da diverso tempo che i rapporti tra esecutivo e proprietà erano tesi

Una fonte vicina a Bergmair che ha parlato con il Financial Times qualche settimana fa ha definito la situazione “precaria, specificando come il proprietario fosse insoddisfatto del management della società da diverso tempo. Qualcuno ha ipotizzato che Bergmair stia considerando di vendere, ma secondo un’altra fonte, l’investitore austriaco è al momento riluttante a separarsi dalla società. È lecito quindi attendersi un cambio di direzione che però non rivoluzionerà il modello di business dell’azienda.



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di Bojan Zeric www.wired.it 2022-06-22 15:10:41 ,

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