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La riforma del 1993 per l’elezione dei primi cittadini per molti esperti la migliore che abbiamo
Non c’ solo un problema di metodo nel blitz tentato dalla Lega in Senato. Non c’ solo la necessit di discutere approfonditamente una riforma importante come la (quasi) abolizione del ballottaggio nei Comuni e non affidarla a un emendamento infilato alla chetichella nei lavori parlamentari, quasi che si trattasse della modifica di una virgola del sistema istituzionale italiano. C’ anche e soprattutto un problema di merito, che viene reso meno urgente ma non eliminato dalla trasformazione dell’emendamento in un ordine del giorno approvato in serata. Perch nel turbinio di leggi che hanno cambiato negli ultimi anni il nostro modo di scegliere i governanti quella del 1993, che prevedeva l’elezione diretta dei sindaci e il ballottaggio tra i migliori, forse la legge a cui gli italiani si sono pi affezionati.
Prima che l’approvassero, i cittadini conoscevano a stento i nomi dei loro sindaci, che cambiavano nottetempo nei conciliaboli tra i segretari di partito e duravano poco. Cambi la legge, sull’onda emotiva di Tangentopoli, e d’improvviso i primi cittadini vennero eletti direttamente dalla gente, duravano fino alla fine della consigliatura e avevano il tempo di fare e non fare. Nacquero i partiti personali, certo, si parl di cacicchi, ma c’erano finalmente stabilit e responsabilit. Buona parte della loro legittimazione era proprio nel…
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di Mario Garofalo
www.corriere.it
2024-03-13 20:38:28 ,