rewrite this title L’insegnamento della religione nelle scuole non è un “costo”. Scrive Barbacci (CISL Scuola)

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Perché leggere questo articolo? Di recente il quotidiano “Repubblica” ha stimato in 859 milioni di euro il “costo” per l’insegnamento della religione nelle scuole. Sul tema truenews.it ospita l’opinione di Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola. Che chiarifica perché rubricare solo a un costo questo insegnamento sia problematico.

I docenti di religione non sono un onere esorbitante e ingiustificato per le casse dello Stato, ma lavoratori la cui rappresentanza e tutela è per loro un diritto, per noi un dovere. Dopo aver letto quanto riportato in questi giorni da “La Repubblica” (15 aprile 2024, “Gli aumenti folli dell’ora di religione”), si impone un minimo di chiarezza.

L’insegnamento della religione nelle scuole

L’insegnamento della religione cattolica, previsto da norme di legge che hanno modificato nel tempo gli accordi lateranensi del 1929, è impartito oggi solo agli alunni le cui famiglie (o essi stessi, nella secondaria di II grado) chiedono di avvalersene.

Questo il sistema in vigore da circa quarant’anni, precisamente dall’intesa sottoscritta nel 1984 e ratificata per legge nel 1985; intesa che, mentre impegnava lo Stato ad assicurare l’insegnamento della religione cattolica, riconosceva a ciascuno “il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento”. Si trovava in tal modo un punto di equilibrio fra due esigenze, quella di affermare la laicità dello Stato e della sua scuola, e quella di…



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di Ivana Barbacci
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2024-04-17 12:55:56 ,

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