Salento, in campagna razzie di piante di anguria e arnie di api: “Furti continui e noi costretti alle ronde di notte”

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Ortaggi, zucchine, attrezzi agricoli. Persino intere arnie piene di api. Ma ora i “pirati di terra” si sono superati rubando ottomila piante di anguria già messe a dimora da alcuni giorni. Un furto programmato, messo a punto nei minimi particolari e che ha mandato in bestia gli agricoltori di un vasto distretto agricolo che si estende nelle campagne tra Nardò, Leverano e Copertino.

In contrada Cicco Gatto, zona che prende il nome da una omonima masseria dove un giovane imprenditore agricolo aveva appena completato l’attività di impianto nei cosiddetti “tunnellini”. Un lavoro durato giorni con l’utilizzo di attrezzatura specifica, molta plastica da serre e una squadra di operai. Le piante messe a dimora erano già innestate, comprate appositamente in vivai specializzati. La speranza di questi imprenditori è di raccogliere in leggero anticipo rispetto ai mercati con cui sono in concorrenza per spuntare un buon prezzo di vendita. Ogni giorno è prezioso per chi coltiva angurie.

Un’arnia con le api utilizzate per l’impollinazione: anche queste è stata rubata 

Qualche giorno fa, però, la brutta sorpresa: “Sono andato nel campo – racconta Riccardo, l’imprenditore – e ho visto il disastro. 5mila piante sparite, espiantate con cura e portate via”. L’agricoltore non si dà per vinto e vigila nell’altro grande appezzamento, in totale parliamo di circa tre ettari di terreno. Resta sveglio per circolare fino alle due della notte. Poi pensa che il pericolo è scampato e si ritira per riposare. Alle cinque del mattino si sveglia col pensiero delle sue coltivazioni e torna tra le serre: in sole tre ore gli avevano rubato altre tremila piante, “completando” il lotto.

“Probabilmente mi tenevano sotto controllo a distanza e quando hanno visto che andavo via sono nuovamente intervenuti”. Sospetti pochi ma rabbia tanta. Anche perché si è trattato di una azione molto ben organizzata: almeno sei persone con mezzi al seguito. E tanta perizia nell’estirpare piante da portar via forse per ripiantare a casa loro, altrimenti da rivendere.

Il danno complessivo è di circa 15mila euro ma, soprattutto, è a rischio la maturazione dei nuovi frutti che rischia di slittare di quindici giorni. “Tanti soldi e una stagione persa” chiosa l’uomo.

Venerdì 9 aprile i colleghi si sono ritrovati per fare squadra. Sono arrivati da altre contrade, Olivastro, Stanzie, Casamari, ognuno con la sua esperienza. A qualcuno sono spariti alcuni quintali di zucchine, ad altri gli attrezzi agricoli. A Sergio, altro grosso imprenditore della zona, hanno rubato persino le cassette con le api dall’interno delle serre.

“Sta succedendo di frequente – spiega Sergio – e francamente sembra assurdo che si prendano rischi così grossi per poche centinaia di euro. Le api ci servono per l’impollinazione dei fiori. Le usiamo in molti nelle serre perché si velocizza il processo di maturazione della pianta e per ottenere i primi frutti un po’ in anticipo, le cosiddette primizie. Sempre per quella corsa contro il tempo che ci permette di essere competitivi. Ma ora dobbiamo anche andare in giro di notte per controllare che non ci derubino”.

E proprio questo è il punto: se vigilano di notte, non lavorano di giorno. E con le norme anti-Covid è anche molto probabile essere fermati per i controlli. “Veniamo fermati noi che – concludono con amarezza – andiamo a controllare i nostri appezzamenti e non i ladri che ci rovinano la vita. Chiediamo alle forze dell’ordine maggiore vigilanza, provvedimenti seri, sorveglianza notturna. Serve di nuovo la polizia rurale oppure saremo obbligati ad organizzare le ronde. In ogni caso va acceso un faro su quel che sta accadendo nelle campagne dove i furti sono ormai all’ordine del giorno”.



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