Senza un budget europeo, saranno i giovani a pagare la ripresa post-Covid

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Ora che cominciano ad arrivare i fondi del Recovery raccolti emettendo emissioni comuni sui mercati internazionali, stringono i tempi sul definire con quali risorse ripagare i debiti contratti. La Commissione avrebbe dovuto presentare una proposta prima della pausa estiva e invece ha rimandato le proposte su una tassazione delle imprese digitali e sulle multinazionali all’autunno, in attesa di un accordo definitivo in sede di G20 ad ottobre. Ne abbiamo parlato con la socialista portoghese Margarida Marques, membro della Commissione parlamentare che lavora sul budget.

«La Commissione deve prendere iniziative giuridiche per adottare le nuove risorse proprie secondo un calendario ben stabilito, vincolante. Ma purtroppo ha deciso di rinviare la presentazione di queste proposte in modo unilaterale. In portoghese abbiamo un detto, “non c’è asino che non cambi opinione”, ma la Commissione ha preso la decisione senza parlarne con il parlamento».

Nel frattempo però l’Ocse si è mosso con la proposta di una tassazione minima del 15 %…

«Capisco che ci sia una nuova proposta sul tavolo e che dunque la Commissione vuole accompagnare la creazione dell’imposta globale e poi regolarsi e aggiustare il tiro a seconda delle esigenze europee. Ma non doveva farlo in modo unilaterale. E poi è fondamentale che assicuri i soldi previsti per il finanziamento del fondo di rilancio entro le date previste».

Incluse quelle che deriverebbero dalla tassazione dei colossi digitali?

«Mi chiedo se con la creazione della tassa sulle società insisteremo sulla tassa digitale. La Commissione, dopo avere presentato due proposte per i due tipi di tassazione, dovrebbe ora chiarire questo punto. Per questo chiedo un nuovo accordo con il parlamento. Dobbiamo conoscere le cifre ed essere sicuri di avere la capacità di finanziare il fondo di rilancio e di lavorare su nuove fonti di finanziamento del budget europeo».

La decisione finale su una tassazione minima interna alla Ue spetterà comunque agli stati membri. E Irlanda, Ungheria e Estonia, per motivi diversi, ancora non hanno dato il loro assenso…

«Questo è ancora un altro punto. Non è chiaro che ci sia ancora la stessa disponibilità di tutti gli Stati membri per fare passare il nuovo accordo sulle risorse. Ma io credo che il mese prossimo, dopo il G20 e la riunione del Consiglio europeo, sarà chiaro se l’accordo, anche a livello europeo, c’è oppure no».

Dunque, non resta che aspettare…

«Siamo in pausa. Ma la certezza che abbiamo è che se non ci sarà un accordo definitivo in sede Ocse, la Commissione metterà sul tavolo un accordo vincolante per l’Unione. Certo non è l’unica forma di risorsa propria che aspettiamo. La tassazione sul digitale dovrebbe entrare in vigore nel 2023 e ancora non c’è niente di concreto mentre quella sulle transazioni finanziarie dovrà essere proposta nel 2024 per entrare in vigore nel 2027. Per non parlare del meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere, fonte di grande polemica».

Il tempo stringe?

«Abbiamo ancora il tempo di reazione. Non si può dire che il budget non funzionerà. Certamente non vogliamo che un fondo di rilancio non finanziato adeguatamente possa mettere in difficoltà le nuove generazioni che dovranno pagare il debito».



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di Federica Bianchi
espresso.repubblica.it
2021-09-14 09:03:00 ,

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