L’albo, come raccontato anche a Lisbona, consente alle startup di accreditarsi gratuitamente e alle aziende del Gruppo di poter contare su un ulteriore strumento digitale per fare insourcing di competenze lanciando gare a invito.
A Lisbona, spazio anche al racconto, in un workshop con Daniele Pes, responsabile per l’Innovazione del gruppo Fs, e Giulio Lascialfari, responsabile Location Intelligence di RFI (Rete Ferroviaria Italiana, la società del Gruppo che gestisce l’infrastruttura ferroviaria nazionale, ndr), delle sinergie già in atto.
Il panel, dal titolo “L’Open Innovation con FS, caso studio”, le sinergie di successo che il Gruppo sta già attuando, ha raccontato quella con Safetecom, che ha sviluppato il software “Mine Crime”: per il supporto a questo progetto (e a quello di Xrit, ndr) il Gruppo FS ha vinto il Premio innovazione Smau.
Nel caso di Mine Crime, la relazione tra l’innovazione esterna e quella interna è molto concreta e punta a risolvere un tema spinoso, la prevenzione di eventi criminosi nei pressi delle stazioni, punto di contatto necessario tra contesto urbano e infrastruttura.
La piattaforma proprietaria Stationland, che consente a Rfi di prendere decisioni strategiche sulla progettazione degli spazi grazie anche all’analisi dei dati di frequentazione delle stazioni, è stata integrata con i dati relativi alla sicurezza apportati da Mine Crime, un software che raccoglie e sistematizza i dati sugli illeciti urbani, grazie all’accessi a banche dati continentali. Nell’ambito della collaborazione, Mine Crime ha sviluppato un proof of concept con il gruppo di analisi di Rfi, quest’ultimo puntava infatti a comprendere meglio minacce e rischi delle stazioni grazie a dati geolocalizzati. La condivisione dei dati ha consentito di approfondire diversi parametri, ma anche di confermare l’accuratezza e la capacità previsionale sugli eventi critici, uno stress test sul campo della solidità dei modelli utilizzati.
La collaborazione tra RFI, società di Gruppo Ferrovie dello stato, e Safetecom (titolare di Mine Crime) dimostra che servono più azioni congiunte per rendere concreto il paradigma di open innovation: la startup infatti aveva vinto in precedenza una challenge di open innovation che era stata indetta da FS (dal titolo “Tutte le strade partono da Roma”). Il mix di strumenti, compresi gli Accordi quadro per l’innovazione e la creazione dell’Albo delle startup, puntano a rendere più concreti e tarati le interlocuzioni e i rapporti con l’ecosistema dell’innovazione italiana (e, forse, meno randomici i risultati, ndr).
Ma anche le startup possono cogliere un messaggio: come dimostra il supporto a progetti Mine Crime e Xrit, l’innovazione aperta punta a risolvere, attraverso la leva tecnologica, sfide importanti come la tutela degli asset o l’efficienza della gestione tecnica dei cantieri. I margini per innovare sono importanti e vari, come dimostra l’elenco delle classi merceologiche dell’Albo (nove, in tutto): information technology, human augmentation, hyperautomation, madtech, generative design, iot, space tech, ecc. Non possono mancare anche travel tech e new mobility services e micromobilità. Complesse sono, in generale, le sfide del Gruppo che deve confrontarsi con la trasformazione della domanda di mobilità e dell’ efficientamento della catena logistica, in un quadro generale dove tutto è globale (dal contributo che si vuole dare in termini di sostenibilità ambientale al tema del cambiamento climatico che può impattare sulla resilienza delle infrastrutture, fino ad eventi come la pandemia che hanno inciso, per un periodo, fisiologicamente sulla domanda). Insomma, collaborare va bene ma poi bisogna parlare lo stesso linguaggio per affrontare un esigente cambiamento.
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di Maria Rosaria Iovinella www.wired.it 2023-11-20 02:30:00 ,