Il mistero di Obama
Tensioni n realtà permangono tra i democratici. Alcune influenti voci si sono astenute nelle loro prese di posizione di omaggio alla scelta di Biden da un appoggio immediato a Harris, tra queste Barack Obama e Nancy Pelosi, la quale in precedenza aveva fatto sapere di preferire nuove primarie aperte per scegliere un candidato alternativo a Biden. Obama si è limitato a dire di avere fiducia che i leader del partito “creeranno un processo dal quale emergerà un eccezionale candidato”. Esponenti democratici hanno tuttavia indicato che Obama anche in passato ha teso a non appoggiare candidati prima della loro formale nomina. Anche il capogruppo alla camera Hakeem Jeffries e il leader del Senato Chuck Schumer hanno evitato nell’immediato appoggi alla Harris.
Erede della macchina politica
Harris appare tuttavia la grande favorita, anche perché è in grado di ereditare l’intera macchina politica e di campagna elettorale, della cui in qualità vicepresidente nel ticket con Biden già faceva parte. Dovrebbe poter avere accesso automaticamente, assieme alle organizzazioni, anche ai fondi già raccolti, al momento quasi cento milioni, pur se non sono escluse polemiche.
Harris la moderata
Sotto il profilo politico, se è attaccata come troppo progressista dai repubblicani, è in verità una democratica moderata considerata in grado di attirare elettori indipendenti. Se eletta farebbe storia: la prima donna di colore a diventare presidente. I democratici sono convinti che, grazie a questi punti di forza e ai suoi 59 anni contro i 78 di Trump, possa cambiare radicalmente la dinamica della corsa, che al momento vedeva il partito in affanno. Non così Trump: l’ha subito assalita come incompetente quanto e più di Biden. “Non dovrebbe essere presidente”, ha affermato.
La partita per il candidato alla vicepresidenza
Tra i democratici, più che sulla Harris, la partita che si è aperta è per la poltrona di vicepresidente al suo fianco. In lizza potrebbero entrare anzitutto una serie di governatori, da Josh Shapiro della Pennsylvania a Roy Cooper della North Carolina, a Andy Beshear del Kentucky. Possibili anche Gretchen Whitmer del Michigan, Wes Moore del Maryland, JB Prtzker dell’Illinois e Tim Walz del Minnesota. Il senatore dell’Arizona ed ex astronauta Mark Kelly è a sua volta in gioco. Come il Segretario ai Trasporti Pete Buttigieg, in passato candidato presidenziale. Il governatore Gavin Newsom è invece escluso perché per la Costituzione americana presidente e vicepresidente non possono venire dallo stesso stato, pena la perdita dei grandi elettori del medesimo stato ai fini della conquista della Casa Bianca.
Contatti telefonici con Obama, Hillary e Bill Clinton
Kamala Harris ha parlato nelle ultime ore con gli ex presidenti Barack Obama e Bill Clinton e con l’ex segretario di Stato Hillary Clinton. Lo ha detto alla Cnn una fonte informata, secondo cui i colloqui telefonici avuti dalla vice presidente rientrano nei contatti da lei avuti per oltre 10 ore da ieri pomeriggio. Secondo l’emittente americana, la Harris ha già parlato con oltre un centinaio tra governatori, congressisti, leader di partito, sindacali e delle organizzazioni per i diritti civili.