Ryan Routh non ha sparato colpi né al tycoon né agli agenti del Secret Service. E ha agito da solo. Lo ha detto Ronald Rowe, il direttore ad interim dell’agenzia, in una conferenza illustrazione in Florida. Routh aveva scritto un libro autopubblicato su Amazon nel quale diceva ai lettori che erano «liberi di uccidere» il tycoon, che viene definito un «folle», «idiota» e «buffone». A corredo del testo di 291 pagine incoerente e delirante e intitolato La guerra impossibile da vincere dell’Ucraina, ci sono immagini crude di soldati e civili provenienti da conflitti in tutto il mondo. La prosa sembra quello di un esperto di eventi mondiali più che di un imprenditore edile con precedenti penali.
Il profilo di Routh – che sarebbe rimasto appostato per 12 ore in attesa di Trump – suggerisce il gesto particolare di un uomo instabile, pronto ad atti irrazionali e con sogni di immolarsi per l’Ucraina. Anche se ciò non diminuisce la gravità della crisi: Rafael Barros del Secret Service ha definito il «livello della minaccia» nel clima attuale come «elevato».
Lo scontro politico si accende
I riflessi su uno scontro politico duro e incerto non hanno tardato. Trump ha inviato raffiche di messaggi. Alcuni per rassicurare: «Voglio che sappiate che sto bene». Altri per mobilitare: «Nulla mi frenerà. Non mi arrenderò mai». Non basta: «Sono ancora più determinato… Ci sono persone al mondo che faranno di tutto per fermarci». Infine su Fox Digital, anziché invitare all’unità del Paese contro la violenza, ha denunciato i rivali democratici per il loro «linguaggio incendiario» che motiverebbe gesti quali quello di Routh. Elon Musk, su X ha postato e poi cancellato tesi da vero complotto: «Nessuno sta cercando di assassinare Biden/Kamala ».
Sobria la replica della Casa Bianca: Kamala Harris , vicepresidente e candidata democratica alla presidenza contro Trump, si è detta «profondamente turbata» dagli eventi, ha ribadito che «la violenza politica non ha posto negli Stati Uniti» e ha espresso sollievo per l’incolumità di Trump. Il presidente Joe Biden ha dichiarato che «Trump grazie a Dio è Ok» e ha aggiunto che il Secret Service «ha bisogno di rinforzi e il Congresso deve agire». Il presidente ha detto di aver chiamato Trump ma di non averci parlato perché «non era disponibile. Riproverò più tardi», ha detto il presidente.
Tra le conseguenze immediate del potenziale attentato ci sono proprio nuove critiche al Servizio che protegge presidenti e candidati. È già reduce da svolte al vertice in seguito al precedente attentato contro Trump, quando meno di due mesi fa, durante un comizio a Butler in Pennsylvania, un giovane cecchino dal movente oscuro sfuggì alla sorveglianza ferendo l’ex presidente e uccidendo uno spettatore. Questa volta è intervenuto in tempo, grazie ad un agente in avanscoperta che ha notato la canna del fucile, ma resta il fatto che un uomo armato è arrivato a forse 300 metri da Trump. In gioco sono ora sistemi di protezione per i candidati riservati a presidenti in carica.