Facebook manterrà, almeno per ora e per l’immediato futuro, la messa al bando di Donald Trump, che è stata legittima in seguito al clima di violenza incoraggiato dalle sue parole nei giorni dell’assalto dei suoi sostenitori al Congresso americano. Ma una decisione finale su una espulsione permanente dell’ex Presidente dalle sue piattaforme dovrà essere presa nei prossimi mesi, sulla base di una maggior analisi che porti la stessa Facebook a mettere nero su bianco più coerenti spiegazioni e più chiari criteri.
L’annuncio è arrivato dalla speciale Commissione indipendente di esame del content e della sua gestione, l’Oversight Board, creata dal social network negli ultimi due anni e i cui pareri sono vincolanti. Un portavoce di Fb, Nick Clegg, vice direttore di global affairs, ha risposto che l’azienda seguirà le indicazioni della commissione e farà proprie le sue richieste. “Ringraziamo il board per l’attenzione che ha dedicato al caso”, ha dichiarato. Il board, nella sua presa di posizione, ha tuttavia alzato il tiro contro l’azienda lanciandole un vero guanto di sfida: l’ha invitata a fare d’ora in avanti molto di più che in passato per dare sostanza e credibilità alle sue posizioni, accusandola di aver in realtà provato a eludere le proprie responsabilità nel delegare la vicenda Trump alla commissione.
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Trump replica: “Una vergogna”
Trump, da parte sua, ha rapidamente e con toni asprissimi replicato a quella che comunque è oggi una conferma della messa al bando da un influente magafono social. “Quello che hanno fatto Facebook, Twitter e Google è una completa vergogna e un imbarazzo per il nostro Paese”, ha detto riferendosi anche ad altre piattaforme che l’hanno esiliato. “La libertà di espressione è stata tolta al Presidente degli Stati Uniti perchè i Lunatici della Sinistra Radicale hanno paura della verità, ma la verità li raggiungerà comunque, più grande forte di sempre”, ha aggiunto sfoderando la miscela di superlativi, moniti, minacce e maiuscole che hanno sempre caratterizzato la sua Presidenza – e ignorando la realtà della sua sconfitta elettorale. “Il Popolo del nostro Paese non lo tollererà! Queste corrotte società di social media devono pagare un prezzo politico, e a loro non deve mai più essere permesso di distruggere e decimare il nostro Processo Elettorale”.
E raccoglie fondi
Fedele a un’altra priorità, Trump ha anche promosso nuove raccolte fondi quale reazione all’annuncio di Fb, a favore del suo gruppo Save America, una delle iniziative attraverso le quali intende mantenere una forte influenza sul partito repubblicano e la politica nazionale. La sua presa tuttora sui conservatori è stata confermata da dichiarazioni di condanna del board di Facebook da parte dei vertici repubblicani: “Big Tech è una estensione delle orde della sinistra”, ha detto la presidente del partito Ronna McDaniel. Il suo ex capo di staff ex leader della corrente populista di destra dei Tea Party, Mark Meadows, ha parlato su quella che resta la rete Tv più influente e vicina a Trump, la Fox News dei Murdoch: ha definito quanto avvenuto come un “triste giorno per l’America e per Facebook”. Il sito di Save America chiede donazioni citando esplicitamente il divieto confermato da Facebook. Trump ha inoltre lanciato solo negli ultimi giorni una propria piattaforma autogestita, From the Desk of Donald J. Trump, affermando di voler combattere “silenzi e menzogne” e accendere una “torcia alla libertà”.
L’annuncio
La speciale commissione di Facebook ha argomentato con cura la sua presa di posizione. “Il board ha confermato la decisione di Facebook di bloccare l’accesso dell’allora Presidente Donald Trump al posting di contenuto sulla sua pagina Facebook e sul account di Instagram”, si legge nel testo pubblicato dalla Commissione. Ma, ha aggiunto, “non era appropriato per Facebook imporre una sanzione indeterminata e senza standard di sospensione indefinita”. Ancora: “Il Board insiste che Facebook riesamini la questione per determinare e giustificare una risposta proporzionata coerente con regole applicate ad altri utenti della sua piattaforma”. Il riesame deve esser completato “entro sei mesi”. Il Board ha anche sottolineato di aver raccomandato a Fb lo sviluppo di “chiare, necessarie e proporzionate politiche che promuovano la sicurezza pubblica e il rispetto della libertà di espressione”.