L’economia americana ha creato solo 266.000 posti di lavoro in aprile, una brusca frenata e una delusione rispetto a quasi un milione di nuove buste paga previste alla vigilia. Motore delle assunzioni è stato di settore dell’ospitalità e tempo libero. Il tasso di disoccupazione è risalito leggermente al 6,1% dal 6% in marzo, pur riflettendo in parte un aumento della forza lavoro.
Le previsioni medie della vigilia ipotizzavano, per l’esattezza, un incremento di 978.000 posti di lavoro, con i più ottimisti che si erano spinti a prevedere fino a 2,1 milioni di nuovi posti. La differenza tra i posti creati e i pronostici è stata la maggiore da forse 23 anni. Il dato solleva adesso interrogativi su rapidità e facilità di un recupero dalle ferite lasciate dalla crisi da pandemia in uno degli anelli ancora più deboli della ripresa dalla crisi da Covid, l’occupazione. Può riflettere fattori quali le difficoltà che le aziende stanno oggi in realtà incontrando a trovare personale rapidamente e le battute d’arresto sofferte di recente dalle catene di forniture che ostacolato la produzione in numerosi settori. Ma dà anche credito ai piani della Federal Reserve e del governo di insistere su misure di aiuto e stimolo. I salari sono aumentati e Wall Street ha reagito con nervosismo all’insieme delle statistiche, spingendo inizialmente i future sugli indici azionari in ribasso. In apertura di scambi, gli indici hanno tuttavia guadagnato terreno nonostante la delusione sull’occupazione.
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Oltre 8 milioni di posti ancora latitano
Al mercato del lavoro mancano ancora 8,2 milioni di posti per tornare a livelli pre-pandemici, anche se all’apice di pandemia e lockdown erano scomparsi ben 21 milioni di buste paga. Altri 4 milioni di americani sono però usciti dalla forza lavoro, vale a dire non cercano neanche attivamente un impiego rimanendo così ai margini delle statistiche. In tutto qusi 10 milioni di ameeicani sono classificati come senza lavoro. Circa 16 milioni di americani fanno ancora ricorso a sussidi di disoccupazione.
Nuovi posti nella ristorazione, servizi, pubblico impiego
Il Dipartimento del Lavoro ha sottolineato la creazione di posti di lavoro nella ristorazione, più in generale nei servizi, e nel pubblico impiego. Ospitalità e tempo libero hanno generato 331.000 impieghi. Nella pubblica istruzione i nuovi posti sono stati 31.000 e gli impieghi nel governo federale sono lievitati di 9.000. Il settore manifatturiero ha invece perso nel complesso 18.000 posti, con il comparto auto, colpito da carenza di parti e microchip, in calo di 27.000. Il retail ha ceduto 15.000 posti.
Salari in rialzo
I salari medi hanno mostrato un aumento di 21 centesimi a 30,17 dollari l’ora. “La crescente domanda di lavoro legata al recupero dalla pandemia potrebbe avere generato pressioni al rialzo sui salari”, ha indicato il Dipartimento del Lavoro. Il costo del lavoro è sotto particolare osservazione per segnali di pressioni inflazionistiche, accanto a aumenti dei prezzi delle materie prime. Secondo alcuni osservatori potrebbe se confermato costringere la Federal Reserve a cambiare corso e accelerare strette di politica monetaria che finora considera distanti.