Elon Musk, imperatore di Marte | Il Caffè di Gramellini

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Elon Musk, 188 centimetri di altezza per 168 miliardi di patrimonio, si autoproclamato imperatore di Marte. Per scherzo, ma anche no. Nel ristretto novero dei signori dell’universo, questo fanfarone di talento spicca per la sua diversit, in perenne bilico tra genio e follia. Bezos, Zuckerberg e Gates sono la versione tecnologica dei padroni delle ferriere: solidi, concreti, spietati. Musk parla pi ai cuori che alle tasche, ma talmente bene da essersi riempito le sue. Figlio emigrato di madre assente e padre inibente, bullizzato dai coetanei, divenne ricco in Canada vendendo guide cittadine online. Da l in poi ha venduto anche tanto fumo, ma cospargendolo di un profumo ormai introvabile: il futuro, del quale tutti abbiamo paura e nostalgia, mentre per lui rimasto quello che immaginavamo da bambini, quando ci si sdraiava su un prato con la testa all’ins a contare le stelle: macchine a energia solare senza guidatore, treni incapsulati capaci di attraversare l’Italia in un’ora, microchip nel cervello per comunicare con la forza del pensiero. Il suo.

La Borsa, luogo feroce ma in fondo infantile, adora (e finanzia) l’uomo che cento ne pensa e nessuna ne fa. Prototipi che esplodono al primo stress-test, missili che si afflosciano dopo il decollo. Non importa: da un trafficante di sogni si accetta tutto, anche che chiami suo figlio X AE A-XII per simpatia verso gli alieni, di cui si considera l’imperatore. Se esistessero, ce lo darebbero indietro: troppo marziano persino per loro.

17 aprile 2021, 07:03 – modifica il 17 aprile 2021 | 07:04



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