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di Giuseppe Guastella

L’ex pm di Mani pulite: «Decada chi cambia partito. Oggi ce l’ho più con l’elettore che con l’eletto, vende per due lenticchie un diritto costituzionale»

Giuseppe Conte ha detto che questa fase gli ricorda Mani pulite. Lei, Antonio Di Pietro, che di quella stagione giudiziaria è il simbolo, condivide?
«Da tempo è in corso una rivisitazione storica che dice che Mani pulite era solo una questione di illecito finanziamento ai partiti. Non è cosi, Tangentopoli era l’utilizzo della politica per fini personali, un sistema in cui con la scusa di dover finanziare il sistema politico, e quindi di dover fare politica, si prendevano soldi che, però, in realtà nella maggior parte dei casi finivano nelle tasche dei politici e non nelle casse del partito».

Invece, oggi?
«Ora l’obiettivo è la cadrega, la poltrona. Non c’è nemmeno un progetto politico o un’ideologia a monte. Il finanziamento dei partiti c’è sempre, ma avviene attraverso forme che sono state legalizzate legittimando ciò che era una volta illegittimo. Diciamo che ormai è più il sagrestano che si frega la questua che il vescovo che si vende la Chiesa. Sul piano etico e morale, oggi come oggi io ce l’ho più con l’elettore che con l’eletto».

Perché?
«Perché con il suo voto vende un diritto costituzionale per un piatto di lenticchie. La magistratura fa bene ad investigare sul perché e sul come si conquista il consenso elettorale attraverso…



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2024-04-19 05:26:15 ,

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