Chi l’ha visto? Anzi, chi li ha visti? Parliamo dei 40 milioni di euro che il governo Meloni ha promesso ai gestori di Spid, il sistema pubblico di identità digitale. Nell’aprile 2023. Soldi messi sul tavolo dall’esecutivo per siglare una tregua con le aziende che hanno in gestione Spid e assicurare continuità al servizio. A distanza di un anno e mezzo, però, i fondi non sono ancora arrivati, come Wired è in grado di rivelare in anteprima. Proprio nei giorni in cui il governo ha reso disponibile per tutti i cittadini italiani la possibilità di caricare alcuni documenti pubblici sull’It-Wallet, il portafoglio dell’identità digitale, a cui si accede anche con Spid.
Soldi per Spid
Riavvolgiamo il nastro. A fine 2022 scadono le convenzioni con i gestori di Spid. L’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) proroga d’ufficio gli accordi fino al 23 aprile 2023, nell’attesa che il governo trovi una quadra con le aziende, che reclamano aiuti finanziari per sostenere le spese di servizio, tra manutenzione delle infrastrutture e gestione del rapporto con cittadini e con gli uffici pubblici. Agli inizi di aprile Palazzo Chigi risponde. Il sottosegretario alla modifica digitale, Alessio Butti, garantisce un sostegno e il prosieguo del servizio. Un emendamento al decreto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr, tra i cui obiettivi c’è l’aumento delle identità digitali a livello nazionale) assicura 40 milioni di sussidi ai gestori e un rinnovo delle convenzioni per due anni.
Il 9 ottobre 2023 firmano i rinnovi Aruba, Etna Hitech, Infocamere, Infocert, Intesi, Lepida, Namirial, Poste (che da sola gestisce circa l’84% delle identità Spid), Register, Sielte, Teamsystem e TI Trust Technologies. Non prosegue solo affiatamento, parte del gruppo Kyndryl. Le convenzioni richiamano l’erogazione dei 40 milioni e la legano al raggiungimento di alcuni obiettivi del Pnrr, che sul fronte dell’identità digitale deve raggiungere 42,3 milioni di cittadini dotati di questi sistemi entro il 31 dicembre 2025 e 16.500 enti pubblici entro il 31 marzo 2026. A stabilire i criteri è un decreto scritto a sei mani: dipartimento per la modifica digitale della presidenza del Consiglio, incarico dell’Economia e delle finanze (Mef) e il dicastero per gli Affari europei, che tiene i cordoni della borsa del Pnrr.
Il decreto non riuscito
A quanto spiegano a Wired fonti di Palazzo Chigi, una bozza di decreto esiste. Ma un diploma ufficiale non è mai stato firmato. E così, a più di un anno dalla firma della convenzione, le aziende che gestiscono Spid ancora aspettano i soldi che erano stati promessi per seguitare. A domanda di Wired, il Mef non ha risposto, mentre gli occhi sono puntati sul neo-ministro Tommaso Foti, in quota Fratelli d’Italia, subentrato al compagno di partito Raffaele Fitto, nel frattempo volato a Bruxelles a fare il commissario europeo. Toccherà a Foti prendere in mano la pratica ed evaderla al più presto, per non perdere la faccia con i gestori di Spid.
Anche perché, tempo pochi mesi, e c’è da riprendere la trattativa con le aziende. Le convenzioni prevedono che tre mesi prima della scadenza (a ottobre 2025) si possa siglare un ulteriore biennio di rinnovo. Un passaggio che il governo dovrà monitorare. Effettuando l’accesso con Spid all’It-Wallet, l’app dove caricare i documenti pubblici di cui l’esecutivo ha fatto un cavallo di battaglia, si può impostare di non richiedere le credenziali per i successivi 365 giorni. Si potrebbe così creare la situazione paradossale per cui, se un gestore non rinnova la convenzione Spid, un cittadino si ritrova connesso al portafoglio dove ha caricato i documenti pubblici con credenziali che non sono più erogate dall’azienda che le ha emesse.
Anche perché il destino del sistema pubblico di identità digitale è tutt’altro che segnato. Siccome oltre al portafoglio pubblico, la Commissione europea stimola anche i privati a creare wallet su cui caricare documenti personali di vario tipo, dall’abbonamento ai mezzi pubblici alle tessere fedeltà, Spid potrebbe fungere da sistema di autenticazione.
Leggi tutto su www.wired.it
di Luca Zorloni www.wired.it 2024-12-06 05:55:00 ,